Un triangolo “isoscele”

I nostri avi cercarono di lasciarci delle norme sulle quali avremmo dovuto tracciare il nostro futuro. Tra i vari “detti”, trasformatisi poi in proverbi, c’è n’era uno che è sempre d’attualità. Diffidate delle tre “C.” (cognati, compari e cugini). Una signora ha accertato, sulla “propria pelle” che l’antico detto risulta veritiero. Mentre si trovava sul posto di lavoro, ha avvertito un lieve malessere perciò è inaspettatamente ritornata a casa. Prima di entrare nella sua abitazione ha notato che, sotto casa, erano parcheggiate: l’auto della sorella e quella di suo marito. Questi, a quell’ora, avrebbe dovuto essere al lavoro. Insospettita, è rientrata dentro casa preoccupandosi di non provocare il minimo rumore. Riuscita ad entrare senza che altri si accorgessero della sua presenza, giunta nel corridoio, ascolta dei “sospiri” provenire dalla sua stanza da letto. Vi entra ed osserva per qualche attimo due persone che beatamente si destreggiavano in un frenetico orgasmo. Erano: sua sorella e suo marito ossia, tra loro, cognati. Un urlo lanciato dalla padrona di casa interrompe l’idillio trasformando attimi di piacere in attimi di terrore. Cosa si siano detti non è riferibile! L’unica frase che è sulla bocca di molti “bene informati” è quella detta dal marito: “Prendi posto anche tu, vedrai che sono capace di appagare anche la tua voglia di sesso, e noterai che in tre è più bello”. Mentre l’uomo discuteva animatamente con la moglie, la cognata cercava di vestirsi in fretta per guadagnare l’uscita perché quella stanza, che un attimo prima era, per lei, un luogo di piacere, si era trasformata in una stanza della vergogna e si preoccupava che, da un momento all’altro, poteva verificarsi l’irreparabile. Le urla erano ascoltate dai vicini di casa ma nessuno avvertiva le forze dell’ordine, memori del detto “tra moglie e marito non mettere il dito”. Sono in molti a pensare che il malore avvertito dalla padrona di casa, sul posto di lavoro, era solo una finzione perché da qualche tempo sospettava l’intreccio tra i “due cognati” ed avrebbe voluto smascherare i due fedifraghi. Tutti in paese conoscono il marito “dell’infedele” definendolo un bellissimo uomo. Chissà se la “tradita” non medita di rendere “pan per focaccia”, trasformando il triangolo isoscele in un “perfetto” quadrato?

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