Santuario Mariano di Leporano
Leporano
La Madonna dei Monti di Leporano, un Santuario Mariano in provincia di Caserta.
Il Luogo.
Il Monte Maggiore ? dopo il Miletto ? ? la montagna pi? cospicua di Terra di Lavoro ma ? sicuramente la pi? aspra con le sue pendici scoscese e i suoi orridi dirupi. Si adagia quasi al centro della provincia cinta da tre lati dal Volturno, lo storico fiume che contorcendosi in questa magica terra diede gi? vita alla Campania Felix.
Propaggine del monte ? digradante ad oriente ? ? il monte Grande (1).
Oltre la verde vallata sottostante su cui si apre la mitica grotta dedicata all?Arcangelo Michele dalla spada fiammeggiante, si snoda mollemente una serie di alture minori disposte a semicerchio, nel fondo del quale una brancatina di rustiche casette chiude la fertile valle punteggiata di ulivi e chiazzata di vigneti. E? oggi una borgatella di forse neppure cent?anime: Leporano.
L? etimologia incerta favorisce quella della posizione: le molte fratte di lecci e cerri giustificherebbero il toponimo derivante dalla particolare selvaggina che anche in tempi non lontani si annidava abbondante nella localit?.
Appena a nord del villico borgo su una collinetta sassosa a 160 metri sul mare una rustica chiesetta dal forte colore del tempo occhieggia a fatica tra gli ulivi secolari e i mirti odorosi elevando timido il suo tozzo campanilico smozzicato dalle intemperie e dalle folgori.
E? il Santaruo di S. Maria SS. Ad Rotam Montium!
Sul portalino scuro di piperno di fine fattura incisa nell?architrave ? riportata chiaramente la data 1577 ma ? solo quella del suo rifacimento giacch? il nucleo iniziale, forse solo una cappellina ? molto, molto pi? antico e forse attinge al mille. E come tutte le chiese antiche apre il suo portale ad oriente e racchiude tra le sue mura alcuni ossari. Il luogo ? dei pi? suggestivi. In mezzo ad una natura lussureggiante, nell?assoluta quiete verde e nel garrulo cinguettio dei passeri che nidificano tranquilli, la chiesetta romita costituisce oasi di pace e di raccoglimento. Questo tempio ? oggi certo un potente mezzo di elevazione spirituale. Meritatamente la sua fama nel breve volger d?anni ha varcato le colline che lo contornano e si ? diffusa in Campania e anche pi? lontano.
Come ci si arriva.
Si perviene a Leporano dall?autostrada del Sole uscendo al varco di Capua (Da Napoli, quaranta chilometri; da Roma centosessanta) volgendo immediatamente a destra, appena prima del quadrivio Appia-Casilina e questa strada si percorre per circa sette chilometri attraversando gli abitanti di Pastorano e di Camigliano. L?ultimo tratto, rettilineo di settecento metri, collega a Leporano e di qui a sinistra, per una breve salita e due strette tornanti si perviene alla chiesetta cio? al Tempio della Madonna della Chiostra dei Monti.
Indicazioni stradali punteggiano l?itinerario.
Il tempio ? aperto ai pellegrini tutti i giorni dalle otto alle diciotto ed anche pi? tardi secondo le stagioni. Vi era un custode che purtroppo ha abbandonato giacch? vecchio e infermo, al quale per? molto deve il Tempio.
Ricade nel territorio del Comune di Camigliano (Provincia di Caserta ) e fa parte dell?Archidiocesi di Capua.
Un po? di storia.
Non molte le notizie storiche intorno a questo Tempio che ? certo antichissimo.
Ad ingenerare qualche dubbio fu un illustre capuano, Gabriele Iannelli, cultore di memorie storiche e fondatore del Museo Campano di Capua. Egli oltre cent?anni fa, sentenzi? che le due bolle, quella del 21 settembre 1089 di Urbano II? e quella del 30 agosto 1100 di Pasquale II? in cui era citata una Santa Maria de Rota, dirette entrambe all?Abate di Cava, riguardavano una chiesa della Calabria. Tale precisazione ? confermata oggi dal Direttore della Biblioteca della Badia di Cava.
Dunque il titolo non ? esclusivo e le due bolle non riflettono Il nostro Tempio. Ma quale titolo? Quello de Rota, ma non quello coni cui ? conosciuto il Tempio dl Leporano che suona “ad rotam montium?. Quello che giova precisare ? che di Madonna della Rota, alla Rota, in Rota o di Madonna del Monte o dei Monti ve ne sono moltissime in Italia ma di Madonna ad Rotam Montium non se ne conoscono altre. Ed ? gi? un primato.
Le memorie storiche che si citano su questo Tempio risalgono ad un’unica fonte: il canonico Pietro Carosone. Questo personaggio vissuto nel secolo passato ? un illustre cittadino di Leporano gi? altissimo dignitario nella Curia Capuana, il solo che avendo consultato atti, documenti e pergamene di quell’antichissima ed illustre Diocesi tent? poi di raccogliere notizie storiche, per illustrare forse la terra natia e sono oggi le sole conosciute sebbene frammentarie che riflettono il Tempio.
Esse concordano per? nel ritenere che il culto di questa Madonna ? antichissimo e giusta una tradizione, che peraltro presiede alla nascita di molte chiese, sembrerebbe legata all?apparizione della Vergine nel sito ove venne eretta originariamente solo una piccola cappella (sec. XI) successivamente tramutata in Chiesa.
Nei documenti dell’Archidiocesi di Capua, la ??S. Maria ad Rotam Montium” o brevemente “ad Rotarn” ? ricordata sia come Rettoria che come Presbiteriato; in origine pare fosse senza sacerdote fisso; poi, con l’accrescersi dei fedeli e costruitasi pure la chiesa vi fu annesso un beneficio destinandovi un apposito parroco.
La lista dei parroci inizierebbe con Donato Salzillo, giusta una ricostruzione fattane da Nicola Bonacci e partirebbe dall’anno 1604 ma gi? avanti di questa data il Tempio aveva un nome ed una storia e certamente sacerdoti che l’officiavano con assiduit?. E’ ben certo per?, che il titolo compare nell’elenco delle decime per l’anno 1376 come citato da Michele Monaco a pag. 610 del suo “Santuario Capuano”. L’altro riferimento a bolla di Alessandro III del 1173 manifestamente non riflette la Chiesa di Leporano ma una S. Maria della Citt? di Capua come inequivocabilmente accertato. Nella pergamena poi segnata al n. 1111 del 18 aprile 1370 si leggerebbe che “Stefano, vescovo di Capua, prest? il suo consenso sopra la compera che Giovanni Rocco di Camigliano, fa di un fondo sito in LOURANO giusto i beni di Giovanni Rotario e Donadio Palude di Lourano e giusto i beni di detto Giovanni “che tiene dalla Chiesa di Santa Maria di Rotam??. Nell’altra pergamena segnata al N. 1494 del 28 marzo 1406 si farebbe esplicita menzione delle terre del Presbiterato di S. Maria a Rotam. Queste le notizie del Canonico Carosone purtroppo non confermate dal Capo dell’Archivio Arcivescovile di Capua che, mentre presume qualche errore di numerazione o di datazione, non ha peraltro attuate particolari ricerche.
Ma anche senza queste conferme il Tempio non ? meno antico e la fede che ne promana meno grande.
Come per altri templi, in origine sar? sorto solo un sacello o cappellina rustica opportunamente disposta alla confluenza di attive strade mulattiere in montagna, le sole che all’epoca esistessero. La primitiva costruzione poi venne rifatta ed ampliata nel 1577. Sul portale insieme all’emblema dell’Arcivescovo Cesare Costa, nel forte piperno scuro ? incisa una iscrizione, rosa dal tempo, che ricorda tale ricostruzione dovuta a don Orsino Riccio avvenuta anche con le offerte del popolo. E’ il popolo dunque che vuole questo tempio, ? il popolo che lo predilige, ? il popolo che sempre e ancora oggi lo esalta.
Stando a tale iscrizione (che si riporta integralmente a pagina 19) la chiesa appare dedicata alla Vergine della Visitazione e questo giustificherebbe come in passato se ne celebrasse la festa il 2 luglio; ma non per questo la tradizione, il costume, gli stessi documenti ufficiali rinunciano a ricordare la-chiesa e prima e dopo il 1577 col titolo suggestivo, generalizzato e certamente toponomastico di “ad rotam montium” che ? peraltro ricorrente e universalmente ripetuto fino a diventar consueto tra le genti rurali della contrada e quelle viciniori che di latino certo non ne sapevan molto e che per? non han mai avuto difficolt? a pronunciare l’appellativo divenuto poi tanto caro. “Ad rotam Montium” ? il titolo unico, imperante con cui questo Tempio era ed ? universalmente conosciuto. Tre secoli, per? dovevano ancora passare da quella data incisa sul prospetto del Tempio perch? nel centro del borgo sorgesse la nuova chiesa parrocchiale, quella di Leporano, dallo stesso titolo, iniziata nel 1831 sotto il Cardinale Serra-Cassano e compiuta dopo lunga interruzione quarantasei anni pi? tardi sotto il cardinale Apuzzo della sede Capuana, dal quale venne pure consacrata I’11 novembre 1877. Alla posa della prima pietra (2 ottobre 1831) fu murata una pergamena ricordo il cui testo ? pervenuto con gli appunti del Carosone e non poteva non ricordare l’antica chiesetta sul colle. Essa recita: “Francesco Serra Cassano. Arcivescovo, conoscendo i gravissimi disagi degli abitanti di Leporano per avere la loro chiesa parrocchiale sulla collina che ? in prospetto mentre le abitazioni sono alle falde della medesima, nulla avendo potuto ottenere dalla Autorit? Civile, malgrado l’offerta dell’antica chiesa (sic.!) si risolvette di edificare nuova chiesa per il comodo.