Il ricordo di Giacomo Izzo
Grande commozione ha suscitato il ricordo di una persona, Giacomo Izzo, che dedic? tutto se stesso alla cura di un luogo che il mondo invidia ai camiglianesi per essere fra i pochi Santuari Mariani in Italia. Per additarlo ad esempio, il rettore del santuario, don Franco Amico, ha celebrato una santa messa in suffragio dello scomparso. Naturalmente non poteva essere scelto luogo migliore che il santuario diocesano di Leporano. Esso ? costituito da ?una rustica chiesetta dal forte colore del tempo? eretto intorno all’anno 1000 su una collinetta sassosa a 160 metri sul mare che ?occhieggia a fatica tra gli ulivi secolari e i mirti odorosi?. Il luogo ? dei pi? suggestivi. In mezzo ad una natura lussureggiante, nell’assoluta quiete verde e nell?allegro cinguettio dei passeri che nidificano tranquilli, la chiesetta romita costituisce oasi di pace e raccoglimento. Questo tempio ? oggi un potente mezzo di elevazione spirituale. E se suggestiva ? la descrizione, ancora pi? suggestiva ? quella fatta dal parroco Nicola Bonacci, autore del libretto dal titolo “Novella storia del rinascente Santuario di Leporano Arcidiocesi di Capua”, anno 1969. Infatti in esso si legge che “Sopra una collina rivestita di mirto e verdeggianti olivi, si erge un vetusto tempio dedicato alla Madonna della ruota dei monti, titolare della parrocchia di Leporano dipendente dall?Arcidiocesi di Capua”. La chiesa fu dichiarata santuario Mariano diocesano dell’arcivescovo Salvatore Baccarini (1930-1962) il 13 marzo 1953. Il santuario Mariano di Leporano, con decreto dell?arcivescovo di Capua, Bruno Schettino, datato 29 giugno 1999, fu inserito tra le chiese dell’arcidiocesi di Capua in cui, secondo quanto espresso dal decreto della penitenziaria apostolica, furono applicate tutte le disposizioni per l’acquisto dell’indulgenza giubilare. Durante il secondo conflitto mondiale, la chiesa fu abbandonata e profanata fino a diventare deposito di materiali vari e rifugio per i pastori durante le intemperie. Dal mese di agosto 1944, grazie al costante e disinteressato impegno di Giacomo lzzo, che collabor? col parroco Bonacci, il santuario fu riconsacrato e restituito al culto dei fedeli. Molti erano coloro che si rivolgevano all?Izzo affinch?, nelle sue preghiere intercedesse presso la Vergine per la concessione di grazie. E? ancora vivo il ricordo del buon ?Giacomino? che era ritenuto colui il quale parlava con la Madonna.