Nuovo rinvio per il congresso eucaristico diocesano.

Inizialmente previsto dal 10 al 17 aprile, era stato rinviato di sette giorni per la morte del Papa. Ma gli impegni del Conclave hanno imposto un nuovo rinvio dal 19 al 26 giugno. Per l?apertura sar? a Caiazzo il cardinale Crescenzio Sepe, sempre che la fumata bianca non sia proprio per lui. Un nuovo rinvio si impone per lo svolgimento del congresso eucaristico diocesano, importante appuntamento liturgico tanto caro all?amato pontefice scomparso a pochi giorni dalla prevista inaugurazione, inizialmente programmata per domenica 10 aprile nel duomo di Caiazzo. Non a caso l?articolato programma, che viene comunque confermato nella sostanza, ? corredato di una toccante preghiera e della lettera apostolica ?Deus Domini? vergate da Giovanni Paolo Secondo. In seguito al trapasso del sommo Pontefice era stato prospettato il rinvio di una settimana, ma gli impegni del Conclave -e quelli successivi gi? programmati nelle varie parrocchie- hanno imposto un pi? lungo differimento della settimana congressuale, che ora (ma a tal punto il condizionale ? d?obbligo) dovrebbe svolgersi dal 19 al 16 giugno. Confermata, invece, l?ossatura del programma approntato dai vertici diocesani ed in particolare per l?apertura del Congresso la concelebrazione eucaristica nel duomo caiatino presieduta dal cardinale Crescenzio Sepe. Figura carismatica del Vaticano non solo per la grande stima riposta nella sua persona dal compianto pontefice, che lo volle al suo fianco per le occasioni pi? rimarchevoli, a partire dal Giubileo, e che secondo attenti osservatori, proclamandolo cardinale, avrebbe dato un chiaro segnale per la propria successione. Ma il cardinale Sepe ? anche il pi? giovane dei porporati per cui, sebbene la Chiesa non ponga limiti di et? (Papa potrebbe essere proclamato addirittura un comune cittadino, purch? dotato di particolare carisma), ? molto pi? probabile che lo vedremo a Caiazzo fra qualche mese che non sul Trono di San Pietro tra qualche settimana. Anche se, invero, molti la pensano diversamente.

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