Lite condominiale con raptus, 3 morti.
(da il Giornale di Caserta, Carlo Pascarella)
La sottile linea di confine tra la realt? e la follia ? crollata all’improvviso in quello che poteva essere un tranquillo pomeriggio vitulatino e che invece ? stato caratterizzato da una delle stragi pi? assurde della storia criminale di Terra di Lavoro. Una doppia famiglia distrutta da un raptus, un male-detto “fulmine” di pazzia ha armato la mano di un pensionato: l’uomo ha ucciso due condomini, marito e moglie, e si ? tolto la vita. E poteva finire peggio: un’anziana dirimpettaia del killer ? stata raggiunta da un colpo d’arma da fuoco. Sono tre le vittime dell’incredibile dramma avvenuto ieri alle 14.50 in via Iardino, la strada che conduce al cimitero, in uno degli stabili del complesso lacp: Giorgio Formicola, 51 (ne avrebbe compiuti 52 il 20 giugno), e la consorte Rosa La Torre, 44 anni (ne avrebbe compiuto 45 il 10 dicembre), entrambi di Pignataro Maggiore ma residenti da almeno 20 anni a Vitulazio, e Raffaele Fiorenza, 61 anni (62 da compiere il 27 agosto), originario di Torre Annunziata. E ha rischiato di perdere la vita anche Lucia Scialdone, 83 anni, centrata da un colpo d’arma da fuoco alla spalla sinistra e ricoverata, per fortuna non in gravi condizioni, all’ospedale Palasciano di Capua. Esatta dinamica e movente sono al vaglio dei carabinieri della compagnia d? Capua (capitano Gianluca Ignagni) e della stazione di Vitulazio, comandante maresciallo Angelo Salzillo, le cui indagini sono coordinate dalla procura di Santa Maria Capua Votare. Ma secondo una prima interpretazione dei fatti la strage ? stata provocata da pregressi situazioni conflittuali nell’ ambito condominiale. Ma si tratta di futili motivi e non ? detto che l’omicidio suicidio di ieri sia stato preceduto da una lite. Certo, saranno decisive ora le testimonianze degli altri condomini soprattutto in merito ai rapporti tra le persone coinvolte in questo incredibile episodio. Gli spari hanno turbato la quiete della zona. lutto ? accaduto sul pianerottolo, al secondo piano, dove abitavano i coniugi con i tre figli, per fortuna non presenti al momento del raptus. Fiorenza, che abitava al primo piano, avrebbe preso il fucile calibro 12 legalmente detenuto per poi raggiungere il secondo piano. Si sarebbe trovato davanti prima Giorgio Formicola, freddato da almeno quattro proiettili, colpto in varie parti del corpo, addome compreso. La moglie, giunta in suo soccorso, ? stata raggiunta da un paio di colpi, uno alla gola. Vano ? stato il suo tentativo di scappare. A causa degli spari alcune donne che abitano in uno stabile di fronte hanno raggiunto i rispettivi balconi di casa. Il raptus non si ? concluso cos?: l’uomo ha esploso un altro paio di colpi, uno dei quali ha raggiunto Lucia Scialdone, mentre la vicina Michelina Villano non ? stata, per fortuna, attinta dai proiettili. Quindi Fiorenza ? sceso al primo piano e si ? suicidato esplodendosi un colpo di pistola 357 Magnum alla testa. Nel giro di pochi minuti si sono precipitati sul posto i militari dell’Arma, la polizia della questura di Caserta, il personale del 118. Davanti agli occhi dei soccorritori uno scenario apocalittico; i capi martoriati dei coniugi erano accasciati sul pianerottolo del secondo piano, quello dell’assassino proprio davanti all’uscio del suo appartamento. La notizia ha raggiunto Pignataro Maggiore, paese dei coniugi, in pochi minuti provocando sgomento. Queste cose sembrava si dovessero sentire solo in tv, perch? qui la cronaca ha abituato tutti alle stragi di camorra e non a quelle provocate dalla follia. L’ultima, infatti, era avvenuta il 9 agosto 2000 a San Felice a Cancello, la cosiddetta strage del pollaio. Sul posto i carabinieri hanno del iniziato i rilievi e hanno ascoltato altri numerose testimonianze insieme ai pm inquirenti, quindi i corpi senza vita delle vittime sono stati trasportati all’istituto di Medicina legale di Caserta per gli esami necroscopici delle prossime ore. I militari hanno trovato e sequestrato sul posto le due armi utilizzate dal killer. Poco dopo ? cominciato il triste rituale di lacrime e disperazioitmire ne con i familiari delle vittime che chiedevano di poter entrare, di poter vedere qualcosa. Ma dei loro
cari rimarr? ora solo una sbiadita foto sull’album dei ricordi.