Un reduce racconta

Un settimanale a diffusione nazionale ha pubblicato un articolo che accusava i nostri soldati di nefandezze durante la seconda guerra mondiale. Per far luce a riguardo abbiamo interpellato un nostro concittadino, Vincenzo Graziano, che prese parte all?ultimo conflitto mondiale. Oggi Graziano ha 85 anni. Suo unico hobby ? il giardinaggio e la consueta partita a carte con gli amici. A proposito di tale articolo accusatore, ci ha detto:
“Dopo tutto il mio peregrinare durante la guerra, posso affermare che quanto riportato dal settimanale non risulta a verit? poich?, da parte nostra, erano altri i problemi che ci assillavano: in primo luogo salvare la vita, poi i problemi della fame mai soddisfatta, le preoccupazioni per le nostre famiglie lontane, l’igiene che lasciava molto a desiderare, il clima al quale non eravamo abituati ( trenta gradi sotto zero!) ed infine difenderci dai continui attacchi delle forze nemiche. Quando lasciavamo un paese dove si insediavano i tedeschi, la notizia destava preoccupazione tra le famiglie che avvertivano una profonda disperazione, poich? sapevano a che cosa sarebbero andate incontro.
Conservo fotografie dove si vedono soldati italiani tenere in braccio bambini vestiti miseramente e che spesso li coprivamo con qualche vecchia divisa. Se noi ci fossimo comportati indegnamente, non saremmo stati aiutati dalla gente del luogo, come accadde in Russia durante la tragica ritirata del Don. Ricordo di aver letto, continua il Graziano, che le popolazioni russe fraternizzavano con i nostri soldati tanto da definirli: ?Italiani, brava gente?. Oggi molti di quei protagonisti sono scomparsi ed ? facile, vile e disonesto, presentarli come boia. Potrebbe anche essersi verificato qualche insignificante caso, ma ci? non pu? distruggere il mito del buon soldato italiano che, al contrario, merita rispetto. Nelle foto che vi ho mostrato, continua Graziano, si notano bambini che fraternizzano con i nostri soldati i quali offrono le famose gallette a quei piccoli infreddoliti, ed affamati. Certi disfattisti, capaci solo di mettersi in mostra quando la controparte non ? presente, e di conseguenza non pu? difendersi, farebbero bene a tacere anzich? gettare fango su chi ha sacrificato se stesso per la libert? e l?onore della Patria. Costoro sanno quanti soldati si sono immolati per difendere quella democrazia che oggi anche loro usufruiscono?? Conclude amareggiato il povero Graziano.

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