Gianni Gosta a Striscia la notizia
Durante il servizio decisivo intervento del giornalista caratino.
Il 22 settembre scorso la data del primo blitz di Striscia nella baraccopoli e nel comune irpino. In quella occasione- gli inviati di Striscia- avevano strappato al sindaco Cioffi la promessa: ? Nel giro di 45 giorni quelle famiglie entreranno nei nuovi alloggi dell?IACP- altrimenti saranno ospitati in albergo?. Dopo circa tre mesi, Fabio e Mingo sono tornati a Cervinara- e hanno immortalato ancora una volta le orribili stamberghe- con i residenti ancora l?- che con inviati e troupe del tg satirico sono andati al comune per parlare e chiedere spiegazioni al primo cittadino. Non sono mancati momenti di forte tensione- spintoni e qualche parola di troppo- indirizzata alla troupe. Apprezzato nel corso della registrazione del servizio l?intervento del giornalista caiatino Gianni Gosta(acclamato ed osannato dai presenti)- che metteva alle corde il sindaco Franco Cioffi e l?assessore ai lavori pubblici, Raffaele Tangredi. Il servizio in onda su Canale 5 nelle prossime settimane. L?incalzante difensore civico mediatico (ndr. Striscia La Notizia), richiesto a furor di popolo da tutta la penisola- pratica un giornalismo di servizio, che mira a sensibilizzare enti ed istituzioni, spesso alla finestra- scovando a ritmo frenetico ? sprechi e inefficienze nel Bel Paese. Un tg di servizio, che cerca di dare voce ai pi? deboli- con un giornalismo ricco di denunce, inchieste su sperperi di danaro pubblico, condotte e trattate con il sorriso sulle labbra. La troupe del programma ? piombata nelle fatiscenti baracche, ieri mattina alle 10,30- assalita completamente da una dozzina di famiglie disperate. Persone convinte che il servizio possa procurare finalmente il miracolo. Una casa degna, per umani- attesa dal 1980. Un quarto di secolo vissuto nell?orrore, tra l?amianto, ratti, rettili, sotto il cocente sole e al freddo per venticinque lunghissimi anni.
Invisibili, figli di nessuno da un quarto di secolo. Dalla sera del 23 novembre del 1980. Nulla ? cambiato da queste parti- dopo il forte sisma che sconvolse la Campania e Basilicata. In quella serata nebbiosa, un violentissimo terremoto rase al suolo paesi interi, cancellando per sempre intere generazioni. Oltre duemila, i morti (l?Irpinia pag? un alto tributo in vite umane). Centinaia di migliaia i feriti, rimasti senza casa, ospitati in container messi a disposizione dalla protezione civile. Doveva essere solo una situazione di ripiego, per far fronte all?emergenza. Cos? non ? stato. Una tragedia finita nel dimenticatoio per tanto, troppo tempo. Un?odissea infinita, di sacrifici, di stenti, di promesse non mantenute: vissuta da adulti, invecchiati e morti nelle stamberghe, e dai bambini, cresciuti nel freddo gelido dell?inverno, e l?insopportabile afa d?agosto.
Di case vere(ad un passo dalle favelas)- fatte di mattoni e cemento, ne sono state costruite. Non per questi figli di nessuno, persone senza diritti, calpestati dall?indifferenza- caduti sotto le pagine del tempo. Vittime di promesse, protocolli, errori, negligenze, fallimenti e del mostro burocrazia, iperattivo nel bel paese.