Due simpatici personaggi del passato:Tummasone e Stefaniello
A Bellona, e nelle campagne circostanti, erano conosciuti da tutti per la loro sconcertante semplicit?, la bont? d?animo e la disponibilit?. Spesso ad ambedue gli agricoltori affidavano compiti da assolvere: andare in paese per acquistare il sale, le sigarette oppure raccogliere in campagna le noci, ammucchiare la legna nella legnaia o attingere acqua dal pozzo e versarla in una tinozza. Erano i cosiddetti ?poveri Cristi? che vivevano di espedienti e, a volte, erano ospiti di famiglie bellonesi, o di agricoltori, che non lesinavano un piatto caldo. Da tutti erano conosciuti con i loro nomignoli: Tummasone e Stefaniello. Ancora oggi molti bellonesi ricordano i due e, spesso, accade ascoltare persone anziane che raccontano le loro vicissitudini. Di Tummasone si racconta la sua resistenza nel percorrere a piedi lunghi tragitti senza avvertire stanchezza. ?Sembrava una locomotiva!?, dicono quelli che lo conobbero. Alcuni giovani provavano a stargli dietro ma, dopo alcuni chilometri, erano costretti a desistere; e Tummasone si voltava all?indietro sorridendo, come se volesse biasimare i suoi avversari. Gli agricoltori, di buon grado, lo ospitavano a pranzo ed egli, lasciato su di una sedia il suo inseparabile tascapane ed il logoro cappotto militare, sedeva molto volentieri per consumare il pasto. Erano giorni che non toccava cibo! Mangiava con appetito e, al termine, ringraziava con un sorriso ed un inchino. Al contrario, se era allontanato ed offeso, preparava la sua vendetta: a notte fonda rubava galline che vendeva nei paesi vicini e il giorno seguente egli stesso diffondeva in paese la notizia: ?La volpe ha rubato le galline?.? Di Stefaniello molti bellonesi ricordano la sua scontrosa timidezza e le volte che, per riposarsi, sedeva attorniato da bambini ai quali raccontava strane favole, inventate all?istante, sorseggiando un bicchiere di vino offertogli da amici compiacenti. Anche Stefano indossava abiti logori, calzava le famose Ciocie( un calzare rustico formato da un unico pezzo di cuoio sostenuto da lacci intrecciati alla gamba) e aveva i capelli lunghi sempre in disordine. Un anticipatore dei nostri capelloni e della moda Punk! Dalle tasche prendeva un tozzo di pane e, dopo averlo imbevuto d?acqua, lo addentava avidamente. Alcune donne, impietosite, gli offrivano un piatto caldo che egli consumava sui gradini di casa, rifiutandosi di entrare. Appena giungeva in paese gli chiedevano: ?Stafani?, dimane chiove?? ed egli, steso il braccio, emetteva ad alta voce il suo ?bollettino meteorologico? ricco di un frasario che suscitava risate a pi? non posso. Di questi due strani, ma simpatici personaggi, non ? rimasta alcuna traccia. Sono scomparsi nel nulla, forse deceduti all?interno di una delle tante grotte dove, spesso, trascorrevano la notte.