Citt? possibile. Sciolto dai componenti poco dopo le elezioni.

Ma Antonio Di Sorbo continua ad esserne indicato come capogruppo di tale defunto movimento.
CAIAZZO. Citt? Possibile: il movimento fu irrevocabilmente sciolto dai componenti sei mesi dopo le elezioni tuttavia Antonio di Sorbo ancora continua ad essere indicato -e, pare, qualificarsi- come suo capogruppo. Non ci stanno per? alcuni fondatori di tale raggruppamento, finalizzato a sostenere il dottore Di Sorbo alle ultime elezioni, a tollerare ulteriormente tale andazzo in quanto la decisione di far morire il movimento consegu? proprio alla sfiducia della quasi totalit? dei componenti proprio nei confronti del suo leader che, a loro avviso, passate le elezioni aveva tradito gli ideali del gruppo.
Proprio per questo ?su richiesta della quasi totalit? dei candidati? che all?epoca sostennero Di Sorbo il 21 novembre 2003 quattordici componenti su quindici firmarono ?l?irrevocabile scioglimento del movimento Citt? Possibile?, motivata dalla constatazione che, come si legge nel documento, dopo un?attenta valutazione dei risultati e in virt? del fatto che a distanza di sei mesi alcunch? ? stato fatto per mantenere la coesione?. Con lo stesso documento i firmatari invitarono espressamente ?Antonio di Sorbo a modificare in seno al Consiglio comunale la sua identit? di appartenenza? tuttavia, dopo oltre due anni, lo sfiduciato consigliere continuerebbe a pretendere di essere definito capogruppo di ?Citt? Possibile?, mentre in realt?, da circa due anni e mezzo, dell?intero gruppo rappresenta solo s? stesso, oltre che naturalmente i propri elettori, ma non certamente il movimento che lo ha sfiduciato.
Per tale motivo, ricordando che anche il circolo della Margherita fu costretto a prendere le distanze, tornano alla carica alcuni firmatari del documento, per invitare De Sorbo a prendere finalmente atto della generale dissociazione e cambiare identit? in Consiglio comunale, dichiarandosi indipendente ed evitando che qualcuno possa essere costretto a raccogliere delle firme per invitarlo a dimettersi.
Tra i firmatari del documento di sfiducia spiccano i nomi di Stefano Civitella, Raffaele Ciaramella, Giuseppe Coppola, Raffaele De Marco, Domenico Mastroianni, Luigi Ponsillo e Donato Sanfelice.
Non solo la pretesa di Antonio di Sorbo presta il fianco a malevole discussioni, atteso che su cinque consiglieri di minoranza quattro sono capigruppo, mentre la maggioranza, pur essendo composta da dodici elementi, ne ha uno solo, con evidente sperequazione in sede di conferenza dei capigruppo.

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