Dopo 63 anni ? stato reso noto il luogo dove ? sepolto Alessio Aurilio.

Gli occhi di Genoveffa Di Rubbo si riempivano di copiose lacrime ogni volta che ella ricordava il suo adorato figlio Alessio. Genoveffa conservava gelosamente le poche lettere che egli le inviava dal fronte russo ed era convinta di riabbracciarlo prima di lasciare questo mondo. Alessio Aurilio era nato a Bellona il 9 dicembre 1922 e, nel 1943, fu chiamato alle armi insieme ad altri 11 concittadini: Gennaro e Raffaele Addelio, Domenico Cafaro, Alessandro Casale, Giacomo Marcello, Salvatore Plumitallo, Pasquale Pezzulo, Silvio Di Rubbo, Giovan Battista Sgueglia, Antonio Scialdone ed Eugenio Salerno. Era in corso la II Guerra Mondiale, ed il gruppo dei bellonesi raggiunse Bergamo per un periodo di addestramento della durata di due mesi. Al termine furono spediti in Russia con il C.I.S.R. (Corpo italiano spedizione in Russia). Insieme ad Alessio c?era anche suo cugino Silvio Di Rubbo che, in seguito, a causa di un colpo partito accidentalmente dal fucile di un commilitone, riport? una grave ferita. Alessio accorse in suo aiuto, ma era troppo tardi: Silvio spirava tra le braccia del cugino in lacrime. I dodici bellonesi, durante la cruenta battaglia sul fiume Don, svoltasi il 27 gennaio 1943, persero ogni contatto. Molti furono i morti ed i prigionieri e Alessio si ritrov?, con altri soldati, nel campo di prigionia N. 81 di Krinovoe, nella regione Voronesc. Il campo era stato ricavato da un complesso per l?allevamento di cavalli da parata al tempo degli Zar. I prigionieri furono rinchiusi in putride stalle e luridi box per i cavalli. Dal febbraio all?aprile del 1943 vi morirono, in condizioni disumane, 1844 soldati italiani. Dopo alcuni mesi i prigionieri furono trasferiti in altri campi e, durante il viaggio, molti morirono a causa delle pessime condizioni di salute cagionate dagli ambienti infetti. I prigionieri italiani del campo N. 81 erano alpini della Divisione Cuneense ed erano stati catturati a Valuiki, durante la battaglia sul fiume Don. Fra questi c?era anche Alessio Aurilio. Per la sepoltura dei prigionieri deceduti, furono utilizzate due aree: la prima coperta da rifiuti di ogni genere, la seconda faceva parte dell?ampliamento del cimitero civile dove fu sepolto Alessio e tanti suoi compagni di sventura. Sulla fossa comune fu posto un cippo a ricordo dei soldati italiani sepolti. Alessio Aurilio mor? di tifo e il 14/4/2000 gli fu conferita la Croce al merito di Guerra, da parte del ministero della Difesa, con la seguente motivazione:? Svolse un servizio encomiabile per l?onest?, la fedelt? ed il patriottismo?. Una triste storia che strappa tanta commozione pensando a quei giovani deceduti tra indescrivibili sofferenze e tante privazioni.

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