?Free software? un incontro con l?ingegnere Falco.
Nel salone della Dea Sport di Bellona si ? avuto un incontro con l?ingegnere Gianfranco Falco con l?intento di promuovere e diffondere la conoscenza e l’uso dei moderni strumenti informatici, con particolare attenzione al “software libero”, privacy, libert? digitali, antitrust, brevettabilit?, monopolio, controinformazione e, soprattutto, si ? cercato di far conoscere meglio l’etica e la realt? hacker. Il cuore della discussione ? stato il concetto di “free software” e le sue rivoluzionarie implicazioni future. ?Per prima cosa, dice l?ing. Falco, ? opportuno distinguere tra free nel senso di “libero” e free nel senso di “gratuito”, in quanto tale espressione potrebbe porre l’attenzione sul prezzo e non sulla libert?. Quando si parla di “software libero” ci si riferisce alla libert? dell’utente di eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software. Pi? precisamente, continua l?ingegnere, esistono per gli utenti quattro tipi o livelli di libert?, fruibili in quanto i detentori dei diritti del programma lo consentono. La tecnologia dell’informazione digitale contribuisce a tale progresso rendendo pi? facile copiare o modificare le informazioni. Il sistema del copyright, invece, assegna ai software dei “proprietari”, molti dei quali mirano a nascondere le potenzialit? delle applicazioni. Nonostante i programmi non liberi vengano di solito venduti ad un prezzo alto, ? possibile procurarsi “copie pirata” senza pagarle. Questo non rende, comunque, il software libero, perch? gli utenti non hanno le libert? sopra citate. Talvolta anche i programmi liberi sono distribuiti ad un prezzo consistente, ma distribuire “free software” dietro compenso ? corretto perch? il programma ? libero indipendentemente dal prezzo. Dunque “software libero” non vuol dire “non commerciale”. Il software libero, inoltre, consente a tutti, e agli studenti in particolare, di poter conoscere il funzionamento di un programma, permettendo agli interessati di acquisire le nozioni necessarie sui computer e sul software. Per imparare a “scrivere” del buon software, infatti, bisogna poterne leggere e scrivere una grande quantit?. La sfida del software libero non serve semplicemente a soddisfare le esigenze della “copia libera”, anche se questo ? il primo bisogno che si avverte, ma serve soprattutto per dare la “libert? di parola” del futuro. In conclusione, posso consigliare il sito sourceforge.net che raggruppa una moltitudine di “software liberi”. Conclude l?ing. Falco.