Anche un capuano imputato nel processo per il bambino venduto.

Fissato per il 2 maggio prossimo il processo in tribunale su cui i giudici sono chiamati ad occuparsi della presunta vendita del bambino di una cittadina ucraina. Coinvolti nella vicenda i coniugi 53enni Antonino Burz? e Teresa Ventre, entrambi di Rizziconi, Hanna Rushchak, 44 anni di origine ucraina; Antonella Torcasio 31 anni di Vibo Valentia ed Antonio Fasano, 51 anni, residente a Capua.
Tutti sono accusati di alterazione di stato civile in concorso. Diverso il ruolo che gli imputati avrebbero avuto nella vicenda. Stando al capo d’imputazione la Ruschchak quale madre del neonato avrebbe venduto il piccino ai coniugi Burz?-Ventre. Il denaro per la cessione (pare una somma di 5.000 euro) sarebbe stato ricevuto dalla Torcasio e quest’ultima unitamente al Fasano avrebbero messo in contatto i coniugi Burz? con la cittadina extracomunitaria. Antonino Burz? avrebbe provveduto all’iscrizione del neonato negli atti dello stato civile dandogli il nome di Teodoro, attestando che si trattava di suo figlio nato dalla sua unione naturale con la donna.
Il reato sarebbe stato commesso il 16 settembre 2002 e fu scoperto a seguito delle indagini della Squadra Mobile. Attualmente il piccino ? vigilato da un curatore speciale scelto dal tribunale nella persona di un’avvocatessa di Catanzaro. La vicenda fu resa nota, dopo un anno di indagini, alla fine di gennaio 2004, nel corso di una conferenza stampa. Ad assistere la donna ucraina sin dal primo momento ? stato l’avvocato Francesco Rombol?, che ancora oggi ricorda che la sua cliente fu posta ai domiciliari per essere poi liberata quasi subito. Ricorda ancora che la donna straniera ?pi? che una mamma degenere, che senza scrupoli voleva sbarazzarsi del proprio bambino, e che avrebbe realizzato il vile gesto per denaro, ? stata come la vera e unica vittima, di una vicenda squallida.

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