Alunno schiaffeggiato, docente denunciato
Giorni addietro ? tornato alla cronaca un fatto accaduto la scorsa settimana: ?Un alunno di una scuola media di Udine schiaffeggiato dall?insegnante. La docente denunciata dalla madre?. L?accaduto ci ha spinti ad interpellare alcuni ex alunni delle scuole elementari di Bellona, oggi tutti genitori e nonni di altrettanti alunni che frequentano le scuole della nostra citt?. ?Quando frequentavamo la scuola elementare di Bellona, ci dice Mario A., per tutti noi era un continuo tormento. Ogni mattina si temeva di essere ricoperti di botte solo per aver commesso un errore nei compiti, o perch? sorpresi a parlare con il compagno di banco. Ricordo che, per un nonnulla, l?insegnante lanciava, contro un alunno distratto, la sua inseparabile ?bacchetta? o lo percuoteva decine di volte sul palmo della mano, con tutta la sua forza! Piangevamo di dolore, ma ci? non lo impietosiva! Continuava imperterrito a scaricare tutta la sua rabbia su noi, esseri indifesi che ci chiedevamo il perch? di tanto furore! L?insegnante elementare Salvatore Di Giovanni, da Vitulazio, non lo dimenticher? mai per la sua violenza! Quasi ogni mattina, lanciava il catenaccio della porta d?ingresso contro gruppi di alunni distratti o investiva con pugni, calci e schiaffi coloro che commettevano errori di aritmetica o di grammatica. Le continue violenze contro di noi suscitavano una indicibile paura, continua Mario A. al punto che, quando eravamo chiamati per conferire, tremavamo come foglie mentre egli, dallo sguardo burbero, era in attesa di un nostro errore per inveire con parolacce che ?ricordavano i vivi ed i morti?. ?A costui, interviene Antonio L., affianco un altro ?bravo? insegnante, vi prego di credermi. Costui aveva la cattiva abitudine di chiamare con soprannomi gli alunni ai quali, tali nomignoli offensivi, sono tuttora rimasti. Spesso minacciava di sputare in faccia chi commetteva errori di grammatica o lo afferrava per i capelli scuotendolo con violenza. Ogni mattina entrava in classe con lo sguardo che esternava tanta rabbia e noi, poveri esseri indifesi, restavamo tra i banchi temendo la sua reazione. Quando sgridava un alunno, alle parolacce, aggiungeva il nome dei cari defunti come accadde ad una alunna che, da circa un mese, aveva perduto la cara mamma! Potrei continuare ancora, aggiunge Antonio L., e citare tante cattiverie, tante prepotenze, tanta ineducazione. Mi riprometto di farlo in altra occasione, ora preferisco smettere per non ricordare quel triste periodo della mia fanciullezza. Un periodo di cui, tutti noi, conserviamo ancora oggi i segni indelebili delle continue mortificazioni, delle offese, dei calci, dei pugni, delle pi? impensate punizioni ricevute dai nostri ?cari e indimenticabili maestri?.di torture!?. Ringraziando il Signore, questi individui sono scomparsi e gli insegnanti di oggi sanno che gli alunni non sono bestie feroci da addomesticare. Inoltre sanno pure che i genitori sono pronti a sporgere denuncia come ? avvenuto ad Udine?. Conclude Antonio. A noi sorge spontanea una riflessione: il sadico comportamento degli insegnanti di un tempo, dimostra che lo studio della pedagogia, invece di formare gli educatori che ?avrebbero dovuto plasmare l?animo degli alunni e formare i cittadini di domani?, (vedi Maria Montessori o Maria Boschetti Alberti), dava origine a spietati domatori da utilizzare nei circhi equestri.