Lui, lei e l?altra sotto lo stesso tetto. E? possibile. Regolarizzato il triangolo.

A Bellona, in questi giorni, si parla molto della decisione del giudice che ha affidato i figli alla moglie stabilendo, per costoro, di abitare nella casa coniugale mentre al marito ? concesso di abitare nel sottotetto, in condizioni precarie e senza servizi igienici. La decisione ha allarmato una decina di coppie bellonesi per cui ci siamo rivolti all?avvocato Franco Cuoppo, matrimonialista, che cos? ha risposto: ?Non ? certo prassi comune che la casa coniugale venga assegnata ad entrambi i coniugi che avranno cura prima di dividerla in due distinte unit? abitative. Il tribunale di Pordenone, con una sentenza, ha chiarito la scabrosa situazione. La coppia separata pu? vivere sotto lo stesso tetto. Se c’? un aspetto che desta qualche sorpresa nella sentenza ? che si faccia richiamo al troppo tempo trascorso dalla moglie nel tollerare quella situazione ?particolare?; come se ci? costituisse quasi un’attenuante per le responsabilit? del marito. Per ci? che attiene l’assegnazione della casa coniugale, il tribunale avr? stimato l’immobile, di grandi dimensioni, facilmente divisibile e con possibilit? di tutelare la privacy dei due nuclei familiari. Ma questa considerazione non sar? stata l’unica a determinare la decisione dei giudici: ci sono state anche valutazioni sulle disponibilit? economiche in capo ai contendenti tali da non caricarli con maggiori oneri. La sentenza: ?S? sotto lo stesso tetto, ma con due unit? abitative separate?, non ha legalizzato, ma anzi ha posto fine al ?triangolo? con una decisione che pu? anche creare qualche perplessit? ma ha una sua precisa logica. D’altro canto anche la Cassazione con sentenza numero 13.065 del 9 settembre 2002 affronta la stessa situazione?. Conclude l?avv. Cuoppo.

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