Aperta al pubblico la fornace etrusca tra i comuni di San Prisco e S. Maria C. V.

Salvatore Candalino – Nell?ambito delle iniziative in programma per il 2006 il gruppo archeologico casertano ?F. S. Gualtieri, in occasione del maggio dei monumenti, domenica scorsa 21 maggio ha aperto al pubblico – al mattino e al pomeriggio – la fornace etrusca tra i comuni di San Prisco e S. Maria C. V., nella zona dove si svolge il mercato di S. Maria, di fronte al pub “Gordon’s”. L?iniziativa sar? ripetuta domenica prossima 28 maggio. Per ulteriori informazioni: Enzo Del Giudice, 0823-361838/ 380-3911724 ; Giorgio Leone, 347-8175677. La visita, gratuita, ? stata condotta da: Chiara della Valle, Pia Di Donato e Giorgio Leone, membri del gruppo. Chiara della Valle ha illustrato ai visitatori la storia della fornace e le sue caratteristiche: cenno particolare ? stato fatto sul bucchero, che – introdotto nell?antica Capua dagli Etruschi – vide nel tempo un?evoluzione nella sua tecnica di lavorazione proprio nelle officine e fornaci capuane. Il tutto si poteva anche leggere su un dettagliato pannello, sistemato all?ingresso del monumento. Il sito si trova presso l?Alveo Marotta, a nord-est dell?antica Capua, al confine tra i comuni di S. Maria C. V. e San Prisco. Negli anni ?80, la zona fu interessata da scavi che portarono alla luce i resti di un abitato arcaico del 6? sec. a. C., disturbato da una necro poli sannita nel 4? sec. a.C. ed infine danneggiato dall?impianto di cave di pozzolana in epoca romana. La fornace si trova a nord dell?abitato e viene definita etrusca perch? attiva nella fase di occupazione etrusca a Capua tra il 6? e il 5? sec. a.C. Presenta una forma rettangolare e misura 3,80x 30 m. La camera di combustione ? caratterizzata da un muro assiale che sorregge traverse di mattoni crudi rivestiti di fango, collegati tra loro in orizzontale da alcuni elementi cilindrici. Gli scarti di lavorazione rinvenuti all?interno dei canali proverebbero che essa era usata soprattutto per la cottura di tegoli piani. Tra i reperti ceramici rinvenuti ci sono vasi in bucchero, antefisse, colonnine e ceramica greca d?importazione che consente di datare l?abbandono della zona tra il 480-470 a. C., in seguito ad una nuova definizione dello spazio urbano al momento della costruzione della cinta muraria. Le fornaci erano generalmente di propriet? comune ed erano usate da parecchi artigiani che generalmente stabilivano le loro officine nello stesso quartiere.

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