Pietro Ricciardi invia una lettera aperta a Pasquale Clemente
Caro Pasquale,
ti do del tu, come ci concedemmo reciprocamente due anni fa, quando collaboravo col quotidiano che autorevolmente dirigi. Ti scrivo memore di uno scambio che avemmo un paio di anni fa, nel tuo ufficio, alla presenza di Ignazio Del Vecchio; ero da poco entrato a far parte della “famiglia” – come mi dicesti tu stesso ? della Gazzetta di Caserta. In quell’occasione, lo ricordo come fosse oggi, dicesti: “non ti vedo entusiasta, vorrei che prendessi a cuore questa collaborazione, come fai per il tuo portale”. Allora fu Ignazio a rassicurarti, dicendoti che non ero un tipo particolarmente espansivo. Ho lavorato per un annetto con la Gazzetta e devo dire che, a parte un paio di eventi che mi fecero decidere di lasciare, mi sono trovato bene. Non solo perch? dal primo momento mi desti fiducia (se ricordi a febbraio tentammo anche un esperimento di composizione della pagina dell’agro caleno fatta da me ed inviata in redazione via e-mail) ma soprattutto perch? ho trovato in redazione persone stupende. Non faccio alcun nome solo per timore di dimenticare colpevolmente qualcuno. Una volta avemmo un acceso scambio perch? alcuni miei compaesani sbeffeggiarono la Gazzetta per alcuni articoli sportivi ripresi da casertacalcio.it, per i quali non venne citata la fonte. Ricordo ancora che quando ti dissi che ti riportavo il fatto perch? mi dispiaceva che qualcuno potesse parlare male del “nostro” quotidiano, sorridesti e mi dicesti: “allora adesso davvero ti senti uno dei nostri”. Ebbene si, era cos?. Ed ancora sono legato alla Gazzetta, che ? stato il primo quotidiano che mi ha fatto conoscere il duro e difficile lavoro cui sono sottoposti i redattori; ancora con alcuni di loro intrattengo un rapporto di amicizia; ancora a qualcuno non ho negato il mio aiuto, in via del tutto personale, quando ci sono state difficolt? a reperire informazioni, foto o quant’altro. E’ per tutto questo che ti scrivo e ti chiedo: “ami ancora il tuo quotidiano e la tua redazione come due anni fa”? sono sicuro di si. Sono certo che i miei articoli dei giorni scorsi, nei quali evidenziavo montature giornalistiche, se ti sono pervenuti, ti hanno ferito, e Dio solo sa quanto mi ? dispiaciuto farlo. Pasquale, se l’ho fatto non ? perch? i miei sentimenti verso la Gazzetta siano cambiati; tutt’altro. ? proprio perch? ancora mi sento legato alla Gazzetta ed ai suoi collaboratori che ho evidenziato, in quegli articoli, quali e quante mistificazioni della realt? ci siano state, proprio come avvenne quando ti riferii di quei sberleffi che qualcuno si permise di farci, perch? vennero copiati degli articoli da casertacalcio.it. E’ per lo stesso motivo che ti scrivo questa lettera aperta, nella speranza che ti giunga; perch?, conoscendoti, so perfettamente che farai di tutto per riscattare il lavoro tuo e della tua squadra. Nella pagina di Pignataro-Calvi di oggi, per l’ennesima volta,
qualcuno ha tentato di mistificare la realt?, con un piccolo riquadro dal titolo “La gaffe del portale ? Invocato un regolamento cimiteriale inesistente”. Mi chiedo e ti chiedo: “perch? mentire sapendo di poter essere platealmente smentiti”?; “perch? esporre un’intera squadra a facili attacchi che ne screditano il lavoro, anche quello fatto seriamente e con professionalit?”? Allora, caro Direttore, per l’affetto che mi lega al tuo giornale, allego alla mia lettera aperta le immagini del regolamento che qualche tuo collaboratore ha definito “inesistente”, malgrado la triade prefettizia, composta dai dott. P. Maddaloni; G. Basilicata ed E. Tarantino, con la delibera n. 91 del 25-05-2001 lo abbia regolarmente istituito. Nella speranza e con la consapevolezza che la tua
autorevolezza porr? fine a questo fiume di menzogne che investe il mio paese da qualche tempo. Ritengo, tuttavia, di poterti rassicurare circa il fatto che da oggi, a prescindere da tue decisioni sulle vicende che ti ho segnalato,eviter? di porre all’attenzione della stampa altre eventuali gaffe della Gazzetta, in segno di rispetto verso la tua persona e delle persone che lavorano nel tuo comunque autorevole quotidiano. Con stima ed affetto, Pietro Ricciardi