Omelia dell’Arcivescovo di Capua, Mons. Bruno Schettino
Eccellenza Illustrissima Signor Presidente della Repubblica, Autorità
siamo chiamati tutti in questo luogo di dolore e della memoria ad interrogarci sul grande tema della pace e del dialogo costruttivo tra i popoli, a riscoprire il senso profondo del nostro essere uomini e cristiani in questa epoca. II giorno 7 ottobre 1943 venivano prelevate dalle loro case e dalla loro occupazione un centinaio di persone di Bellona ed avviate con un subdolo inganno verso il luogo della morte. Un attentato perpetrato ai danni di un militare tedesco sortì l’effetto di avviare verso il luogo del martirio 54 innocenti vittime di una guerra inutile ed infausta. Essi caddero sotto i colpi delle armi e fu poi fatta esplodere la cava che con i detriti copri i loro corpi esanimi. Davanti all’orrore di una morte senza alcun perchè, oggi, con la ragionevolezza della fede, con il recupero di una intelligenza non obnubilata da errori o da pregiudizi ideologici riaffermiamo come uomini e come cristiani il valore costruttivo e positivo della pace, come momento primario e come processo continuo di convivenza, di dialogo e costruzione di una Città umana solidale. La pace e sempre un clima, una possibilità ritrovata di vivere la pacifica e costruttiva dimensione umana. E’ un bene primario, è costruzione di un mondo migliore. Dopo gli orrori del passato le nuove generazioni hanno bisogno di ripensare a quegli anni, perchè la memoria non vada perduta, perchè ricordare giova a riproporre sempre più motivazioni ideali per una giusta pacifica convivenza tra i popoli. Occorre costruire la pace, occorre sempre più motivare la vita e il gusto della stessa. Con la guerra tutto è perduto, con la guerra nessuno ne esce vincitore. Con essa ognuno ha perduto non solo beni materiali, ma principalmente la ragione di essere, di sperare ed amare Cristo Signore e i1 principe della pace, “Colui che è nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia, annullando per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo delta croce, distruggendo in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto perciò ad annunziare la pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini” (Ef 214). Così S. Paolo afferma nella lettera agli Efesini ricordando quanto Cristo Signore aveva detto: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” (Gv 1427). Davanti alla memoria dei caduti con umiltà e riconoscenza poniamo il proposito e l’impegno di continuare a ritrovare sempre le vie della pace, perchè il loro sacrificio non sia stato invano. Per non dimenticare, occorre porsi sempre più in una situazione di recupero anche oggi dei valori di legalità, di moralità privata, di etica di responsabilità e di solidarietà. La nostra società deve crescere, togliere le radici al malessere sociale antico, deve scrollarsi di dosso quel fatalismo per cui tutto è scontato, riprendersi con entusiasmo e coraggio e togliere tutto quello che è il male sociale dei nostri paesi come degrado sociale, illegalità, fattori malavitosi e crescere sempre più come società civile e solidale. Anche i nuovi appuntamenti della storia ormai prossima di una Europa di popoli chiedono questo, nello sviluppo di una democrazia moderna. Affidiamo questi propositi a Colui the ha vinto il peccato antico e nuovo, colui che ha sconfitto la morte, perchè in Lui possa realizzarsi una resurrezione umana e sociale come germe della grande Resurrezione dei morti nello splendore della Gloria. Ci rivolgiamo con grande certezza ed abbandono a Colui che ha realizzato la profezia di Isaia: “Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra” (Is 24). Questa è la nostra speranza, questa è la nostra certezza, questo è i1 nostro proposito. Amen – Bruno Schettino Arcivescovo
Bellona, 10 ottobre 1997