Bellonesi a Casertavecchia per rivivere il passato.

Una indescrivibile folla di turisti si ? riversata lungo le strette vie di Casertavecchia per rivivere il passato. I visitatori erano interessati ad osservare una storica manifestazione che si ? prolungata per ben tre giorni sul previsto. I gonfaloni delle famiglie nobili, che vissero nell?antico borgo, erano esposti in piazza del Duomo e lungo le antiche strade, percorse da figuranti che indossavano sfarzosi abiti del 1100 e del 1200, epoca del re Federico II di Svevia. Nel piazzale antistante il castello si notavano cavalieri Svevi, arcieri a cavallo, nobili donne e castellane, dalle dolci movenze, che si intrattenevano con i visitatori descrivendo le bellezze dei loro abiti. Presso il castello cinque antiche tende ospitavano guerrieri che indossavano la pesante ?Cotta?, una maglia in rete metallica del peso di 18 Kg, necessaria per parare i colpi durante i combattimenti. Altri cavalieri Saraceni mostravano al pubblico sciabole, falcioni, elmi, mazze ferrate, asce e scudi in legno pesante con su dipinta l?aquila simbolo di Federico II. Un?antica balestra, tuttora efficiente, era osservata con interesse dai presenti, mentre il balestriere spiegava l?utilizzo in battaglia: lanciare una pesante freccia fino a 300 metri di distanza. Presso una tenda una guardia imperiale era a difesa di una rastrelliera che custodiva sciabole da cavallo, scudi in metallo, lance di varie forme e oggetti in legno e terracotta. Nei pressi del piazzale abbiamo incontrato: un cavaliere dell?Ordine di S. Giovanni Battista di Acri, citt? a nord di Gerusalemme, ultimo baluardo cristiano in Terra Santa. Questi cavalieri, dai Templari, erano chiamati i ?Samaritani neri?. In compagnia del Cavaliere era un mercenario francese che, ?con orgoglio?, affermava di avere combattuto per i migliori offerenti. In disparte, seduti su un sedile in pietra, si notavano cavalieri dell?ordine di Santiago De Compostela soprannominati, dai loro rivali, i Matamoros (uccisori di tori). Confusi tra la folla, camminavano due figuranti: un monaco benedettino ed uno francescano che si intrattenevano a colloquiare, con i curiosi, sulla vita del loro tempo. Un momento ricco di emozione ? stato quando si ? svolto un duello tra due cavalieri rivali. Cominciava a calare la sera ed il castello e la torre, illuminati da suggestivi fasci di luce, mostravano tutta la loro bellezza architettonica. Il pubblico,comodamente seduto, assisteva ?impaurito? al duello mentre le lame volteggiavano minacciose nell?aria, tra le urla minacciose dei duellanti. Il cruento scontro terminava con la sconfitta, e la finta uccisione, di un cavaliere mentre la folla applaudiva il vincitore che, cavallerescamente, aiutava il suo rivale ad alzarsi. Un momento di paura che, ai presenti, faceva dire: ?Sono trascorsi 805 anni e oggi, come ieri, l?uomo continua ad uccidere il suo simile senza alcuna esitazione!?

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