Anoressia, un altro male del secolo

Sempre alla ricerca di interessanti notizie questa volta abbiamo incontrato una giovane studentessa universitaria che ha descritto, con minuziosit? di particolari, un grave problema familiare. ?Frequento l?Universit? Federico II di Napoli, ho alle spalle una buona famiglia e sono fidanzata con un ragazzo splendido.? Cos? ? iniziato il colloquio con Giovanna M. che ha continuato il suo racconto: ?Dovrei essere felice, ma ho una sorella pi? piccola di me che, da vari anni, soffre di anoressia. Chi conosce questo male sa quello che provo. I miei genitori sono disperati. I rapporti tra me e mia sorella non sono stati dei migliori, non ci siamo mai confidati i segreti dell?adolescenza. Adesso, per?, vedo che la mia sorellina soffre tanto ed io sono disperata. Vorrei aiutarla ma non posso! Ho chiesto aiuto a parenti ed amici, ma ho trovato solo indifferenza ed incomprensione. La nostra societ? che vive nell?abbondanza sembra fregarsene di problemi come l?anoressia e la bulimia, altro pericoloso male, e a farne le spese sono i giovani tra lo sgomento e la disperazione dei familiari. Un medico che interpellammo per risolvere il problema di mia sorella ci disse: ?Abbiamo ammorbato l?atmosfera e i giovani (come noi adulti) respirano aria di morte senza accorgersi. E quando si tenta di correre ai ripari, si scopre che il loro tessuto morale e fisico ? compromesso da rendere difficile il ritorno alla normalit??. ?L?anoressia, continua Giovanna, ? una pericolosa malattia che pu? essere curata solo con l?intervento di un ottimo psichiatra. Non bastano gli aiuti e le parole dei familiari. Inoltre il sofferente deve essere se stesso, deve essere cio? consapevole della propria dignit? e della propria esistenza.? Alla giovane studentessa disperata per la situazione di sua sorella possiamo dire che non si tratta di trovare le parole giuste per convincere sua sorella a nutrirsi normalmente, ma ? necessario farle capire che l?anoressia ? una malattia che potrebbe avere ?gravi conseguenze?, per cui ? necessario che la giovane si sottoponga a particolari terapie per ritornare nella normalit? perduta.

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