Intervento del Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro
Il Presidente della Repubblica italiana, Oscar Luigi Scalfaro, in visita a Bellona il 10/10/1997
per la 54° Commemorazione dei Martini di Bellona
Un saluto a tutti voi. Un saluto affettuoso. Un saluto riconoscente un saluto commosso. Sono venuto molto volentieri. Non mi è neppure venuto in mente, data la giornata di ieri, di annunciare che non sarei venuto. Avevo un impegno. Lo avevo con i morti e con i vivi; sono venuto adempierlo. Ringrazio, ciascuno di voi che mi avete consentito di essere qui insieme a voi; e rivolgendo questo saluto lo rivolgo a Lei Eccellenza Reverendissimo, ringraziando per il sacrificio della Messa che ci ha aiutato a meditare e pregare insieme. Compito essenziale nella vita di un popolo. Non importa a quale Dio ciascuno si rivolga perchè ciascuno sia capace di levare il capo verso l'alto, per staccarsi un po dalle piccole cose del piccolo mondo, grazie. Grazie. E saluto alle autorità a cominciare dal Vice Presidente della Camera dei Deputati on. Mastella, ai deputati e senatori di questa terra, al Presidente della Regione, al Presidente della Provincia a Lei, signor Sindaco, padrone di casa. Grazie per le cose che ci ha detto. Ci ha detto delle cose molto belle, ci ha ricordato che questo popolo non chiede vendetta, non chiede rivalse e neanche, uso male le parole che lei ha detto molto bene, neanche fabbrica eroi: Osservazione incantevole.
Però pur nel limite che il Capo dello Stato pone a se stesso, con doveroso scrupolo, in giornate particolarmente delicate, qualche considerazione che può servire
proprio adesso. Vedete, voi ragazzi, che ammiro per la pazienza che avete avuto, ringraziando i vostri insegnanti che hanno una forza di dominio incredibile: veramente questi insegnanti hanno la capacità di governo. Su questo non c’è dubbio alcuno. Ebbene siamo qui, di fronte a un cippo che ricorda i Morti della guerra. La guerra è il fatto più incivile che esista fra i popoli. La guerra. La guerra ha delle capacità, come sempre nella discesa, quando cadono i valori morali, il precipizio pare senza fondo; e allora quest'altra pagina, quest'altra pagina che ha un fondamento. Grazie prof. Casavola, grazie, perchè le grandi spaventose inumani tesi della razza dominante si risolvono anche nell'azione militare in cui l'uccisione di uno, perchè tedesco, è compensata da 54. Principi della razza… gli ultimi, L’ultima plebe. Queste concezioni che partono da forme criminose, anche se dicono di essere filosofiche e che giungono allo sterminio della persona. La rievocazione è stata fatta da chi rappresenta l'associazione delle famiglie, alle quali tutte rivolgo un pensiero e a Lei che ci ha letto i nomi, uno per uno, figliolo di un caduto. E' stata fatta da Lei, e le dico un grazie, sottosegretario Rivera. Grazie, grazie per i commenti che ha fatto, per i richiami. Grazie per l'applicazione che Lei, uomo di Governo e rappresentante di Governo, ha fatto davanti a tutti noi. La guerra è precipizio dell'inumanità: la violenza. Allora torno indietro un momento e dico perchè ho detto a voi, popolo di questa terra, perchè il cittadino Scalfaro, il Capo dello Stato Scalfaro si sente di dire: voi mi avete ricevuto con una ricchezza umana, con un calore umano commovente. No, la mia persona, no: il Capo dello Stato, la figura vertice dell'istituzione dello Stato, eppure voi popolo di questa terra, popolo di questo meridione d'Italia così ricco di sapere, di storia, di umanità, di sofferenza avreste, no avreste: avete, avete molte ragioni per protestare e avete preferito applaudire. Avete ragioni per chiedere che i vostri diritti siano maggiormente riconosciuti e avete preferito applaudire. Ci date una grande lezione e soprattutto richiamate chiunque abbia la responsabilita, richiamate un principio: guai a coloro che hanno responsabilità dalla più piccola alla più alta se il riconoscimento dei diritti non è fatto perchè il diritto ha da essere riconosciuto pena il calpestamento del diritto stesso, ma è fatto in proporzione di quanto e di quanti protestano per il diritto. Questa è l'ingiustizia piu infame che si possa registrare. Il Diritto è valido in se e non in proporzione di quanti protestano o proclamano o si ribellano. E allora di insegnamenti ne abbiamo ricevuti molti: la pace, il no alla violenza, l'unione di un popolo. Si, signori, l'eleneo dei caduti fa impressione. Ha detto molto bene il prof. Casavola questa colta che da i segni della eomunità, dal parroco ai sacerdoti, ai passionisti, al fratello laieo, ai chierici, al medico, alle persone laureate, cioè alla parte emergente, alle persone più sempliei, a coloro che avevano più di sessant'anni al più giovane: 12 anni. Ragazzi qui, in questa fossa vi e un ragazzo come voi, che forse aveva appena finito e forse non aveva ancora finito le scuole elementari: 12 anni. Ha ragione prof. Casavola di esporre e richiamarci a posizionii di equilibrio. Le ricchezze culturali di questo popolo tedesco, le pagine, in quel momento tragico, anche delle pagine di amore di chi ha voluto salvare qualcuno; ma non posso esimermi dal fermarmi un secondo e dire: un soldato si è trovato di fronte a un ragazzo di 12 anni e lo ha ucciso. Che cosa ha salvato? La sua patria. Che cosa ha salvato? La dottrina infame che emergeva dalla sua terra. Che cosa ha salvato sterminando un innocente? Calpestando una vita ancora in boccio, non ancora sbocciata? Che cosa aveva dentro questo essere che aveva parvenza di uomo? Ebbene a lui mi appello, come mi appello agli ignoti. Gli ignoti, quelli che se fossero stati soldati andrebbero scomparendo nel nulla che avrebbe fatto giungere alle mamme, alle spose, ai figli un annunzio che diceva: "disperso". Qui, non c’e neanche questo. Certamente ci sono famiglie che non hanno visto tornare un loro caro e non hanno saputo nulla. Non sono riusciti a raggiungere la notizia che erano stati massacrati e buttati in una cava. Ignoti, ma non ignoti a Dio! Non ignoti a Dio. Mi rivolgo a Voi, a ciascuno di voi, ma mi rivolgo a Te, ragazzo di 12 anni, che un giorno conoscerò, io spero, al cospetto di Dio. Mi rivolgo a Te, innocente ancor più degli altri, che ci richiami oggi a dei principi fondamentali, primo questa morte unita in un popolo dove qualcuno tenta di ferirne l'unità. Questo grido del sangue di richiamo all'unità non possiamo disperderlo; questo delirio di pace che viene certamente da questi morti, questo invito alla pace che è un invito ampio. Non è soltanto un si alla pace: è un si alla collaborazione, alla fraternità, a lavorare insieme, a vivere insieme, a operare insicme. Lei, eccellenza ci ha fatto leggere un brano del Vangelo preoccupante. Il programma politico del Cristo all'inizio della sua vita pubblica, dove vi e una frase, che forse è fra le più rivoluzionarie: "Beati i miti possederanno la terra". I millenni di storia dell'uomo è che la terra in genere è posseduta da quelli che non sono miti, da quelli che sono potenti e anzi prepotenti. Questa frase che capovolge tutto, ma questo possederanno cosa vuol dire? Qui ci sono stati soldati i quali occupavano la terra, calpestavano la terra, violentavano terra e popolo, non possedevano.
Possedevano dà il senso del rapporto fra la terra e l'uomo. Questa terra madre, questa terra che dà i germogli e la vita. Possederanno, si capovolgono le leggi, quando si parte da una legge d'amore. Ebbene grazie. Qui il nostro impegno. Qui un invito che va al Capo dello Stato e va a ciascuno di noi in queste giornate.
L'interesse del Popolo italiano non può conoscere prevalenti interessi di parte, nè di singoli nè di gruppi, non può conoscerli. Si, caro Sottosegretario, in questi momenti, cominciando da oggi, il Capo dello Stato ha il compito di ascoltare. Il Capo dello Stato deve decidere delle proposte, ma sotto dettatura della volontà del Parlamento, perchè questa è la Costituzione. Il colloquio con i gruppi parlamentari è per sentirne la volontà e tirarne le somme. Abbiamo bisogno di pensare alla nostra Patria, al nostro Popolo. Abbiamo bisogno di questo richiamo. E perchè il richiamo sia più forte, caro Presidente delle famiglie delle persone massacrate SI, avrò la gioia di dare, motu proprio, la medaglia d'oro a questa città! Grazie!
Oscar Luigi Scalfaro
N.B. – L’intervento è stato integralmente trascritto dalla registrazione di Rete Capua.