Tartaglione e Fico contro i tagli della Finanziaria previsti per le Forze Armate

Di fronte al dilagare crescente della disoccupazione, nonostante vogliano convincerci che essa è scesa vistosamente, il 2007 è iniziato con una mazzata tremenda specialmente nei confronti di un Sud, che ha dato alle Forze Armate del Paese almeno l’ottanta per cento dei loro organici. Vuoi la crescente crisi occupazionale che al Sud raggiunge mediamente il 20 per cento, vuoi anche per l’amore che il meridione d’Italia ha sempre avuto con le Forze Armate, i tagli decisi dal Governo Prodi nei confronti dello strumento militare sono a dir poco allucinanti. È chiaro che Prodi vuole raggiungere due obiettivi: da una parte risparmiare milioni di euro per fare “cassa”, dall’altra accontentare la sinistra radicale e No-Global che vedrebbe di buon occhio lo smantellamento di tutte le Forze Armate e di Polizia. Si è iniziato con il tagliare i posti per i Volontari a Ferma Prefissata ad un anno (i cosiddetti VFP1). Per quanto riguarda l’Esercito Italiano, nel 2007, sono previsti meno di 1.300 VFP1 a fronte dei 16.000 previsti per Esercito – Aeronautica e Marina. Ora il Governo Prodi è in procinto di attuare un drastico ridimensionamento dell’intero organico delle FF.AA. che da 190.000 unità dovrebbe essere ridotto di 30.000/40.000 persone. Nonostante queste fosche previsioni, il COCER Interforze, fra i quali ricordiamo sono stati eletti il 1° Maresciallo Luca Tartaglione di Marcianise ed il Maresciallo Capo Pasquale Fico di Adelfia, combatte una “guerra” i cui esiti, seppure sbilanciati a favore della classe politica di sinistra attualmente al Governo, non sono scontati. Nei giorni 30, 31 e 1 febbraio 2007 si è riunito, presso la sede di via Marsala il COCER Interforze (Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri, Guardia di Finanza). Durante la riunione, il Consiglio ha deliberato all’ unanimità di chiedere l’avvio urgente della concertazione economica e normativa, attese anche le continue sollecitazioni che provengono da parte del personale e l’esigenza di definire l’esigibilità dei fondi effettivamente disponibili. Inoltre, Il Cocer ha sollecitato altresì l’avvio di un tavolo per la definizione degli aspetti previdenziali e pensionistici di tutto il personale militare ribadendo quale assoluto elemento pregiudiziale la definizione del periodo pregresso a partire dal 1996. Nell’occasione è stata espressa inoltre, la necessità di un riconoscimento a priori sia della specificità del Comparto Difesa – Sicurezza, quale atto di assoluta valenza politica e di precipua considerazione, sia del ruolo assunto dalla Rappresentanza Militare nella tutela dei diritti del personale rappresentato. Quest’ ultimo riconoscimento risulta indispensabile per sanare l’attuale limitata rappresentatività dei diritti di ben 350.000 militari che delusi e amareggiati attendono con urgenza risposte concrete dal Governo.

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