Militare trentenne della brigata Garibaldi muore per il linfoma di Hodgkin

Un giovane militare di 30 anni, Amedeo D’Inverno nativo di Acerra e già in servizio

presso il 19° Reggimento Guide di Salerno, unità incardinata nella Brigata bersaglieri di Caserta è morto tre giorni fa a Roma per un tumore dovuto ad una presunta contaminazione da uranio impoverito. L’infausta notizia è stata resa nota da Domenico Leggiero, dell'Osservatorio militare, secondo il quale salgono così a 45 le vittime della cosiddetta Sindrome dei Balcani, mentre i malati sono 513. Il giovane, riferisce Leggiero, era un volontario dell'Esercito, che ha espletato missioni nell'area balcanica, dalla quale era tornato affetto da Linfoma di Hodgkin. Il linfoma di Hodgkin è un tumore maligno del sistema linfatico. Anche se le cause esatte del linfoma di Hodgkin sono tuttora sconosciute, la ricerca in questo senso prosegue incessantemente e molti la fanno risalire all’uranio impoverito di cui erano impregnati i proiettili che gli americani hanno sparato in grande quantità nei Balcani dal 1995 in poi. “Gli era stata riconosciuta la causa di servizio” – ha aggiunto l’ex sottufficiale – “ma non aveva ancora preso un soldo”. La morte è arrivata dopo una lunga malattia e quattro trapianti.  I funerali di Amedeo D’Inverno, che avrebbe compiuto 30 anni il prossimo 16 marzo si sono già svolti ad Acerra, dove il militare era nato. La sua attività professionale si è svolta nel 19° Reggimento “Guide” di Salerno e “la missione nella Caserma “Tito Barrak” di Sarajevo” – ha sottolineato Leggiero – “gli è stata fatale”. Amedeo D’Inverno lascia la fidanzata ed i genitori, “che hanno dato fondo a tutte le già scarse risorse economiche che avevano per curare e stare vicino al loro caro fino all'ultimo momento”.

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