L’ultimo saluto a due cari amici

Due cari amici hanno lasciato questa vita lontani dal loro caro paese natio, ma sono in tanti coloro che serberanno di essi un caro ricordo. Giovanni Aurilio,esperto ebanista, fu assunto presso un noto mobilificio di Capri e, nell’isola dell’amore, conobbe colei che diventò l’adorata compagna di tutta la sua vita: Alba Ruggieri. Dalla loro unione nacquero Alessio e Maria. Giovanni volle che al maschietto fosse imposto il nome di Alessio, in ricordo del caro fratello deceduto in Russia durante la II guerra mondiale. Oltre alla passione per l’intarsio, Giovanni nutriva un profondo sentimento per la musica che lo spinse a suonare la batteria in un complesso locale, composto da inseparabili amici. Raggiunta l’età della pensione, dopo anni di onorato lavoro, Giovanni, insieme alla sua compagna, si trasferì a Genzano (Roma) dove i figlioli avevano intrapreso l’attività di pizzaioli. Qui visse circondato dall’affetto dei suoi cari e, spesso, ritornava a Bellona per riabbracciare i fratelli Vincenzo, Nicola e Pasqualino,la sorella Maria e l’adorata mamma Genoveffa. A causa di una disfunzione cardiaca, Giovanni dava l’addio a questa vita lasciando nel più profondo dolore tutti i suoi cari e tanti amici bellonesi che con lui avevano vissuto gli anni più belli della gioventù. Alla perdita del caro Giovanni si aggiunge quella di Antonio Fusco, ricordato da tanti amici per il suo timbro vocale. Infatti, ogni qualvolta ricorreva un compleanno o un onomastico, per far la serenata necessitava la presenza di Antonio che, come suo fratello Secondino, possedeva un limpida e potente voce di tenore. Nel silenzio delle sere d’estate, spesso, si avvertiva in lontananza una voce che cantava le più belle canzoni del repertorio classico napoletano: era quella di Antonio Fusco che faceva la serenata al festeggiato di turno. Antonio emigrò in Argentina, dove risiedeva suo fratello Secondino, e dopo diversi anni convolò a nozze con una bruna spagnola. Raggiunta l’età della pensione si trasferì in Spagna da dove, spesso, raggiungeva la sua nativa Bellona. Qui incontrava tanti amici e, con essi, percorreva le strade della città preso da una soffocata commozione. Rivedeva i luoghi delle serenate, la casa nativa e la chiesa dove, durante le festività natalizie, cantava i famosi mottetti. Anche il cuore di Antonio ha cessato di battere e, nel momento dell’addio, come è stato riferito dai suoi parenti, ha ricordato il suo caro paese nativo del quale aveva conservato una indissolubile memoria.

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