La tragedia di S. Michele

Sono trascorsi molti anni dall’ultima rappresentazione della “Tragedia di S. Michele” che si tenne in piazza Riccardo II. Quella che più di tutte è rimasta nel cuore dei cittadini risale al 1979. L'opera, in quattro atti, fu allestita dal gruppo teatrale “Vitulaccio ‘89”; la regia fu affidata a Don Carlo Iadicicco, un sacerdote amato da tutti i fedeli vitulatini per la sua affabilità e la squisita bontà. Don Carlo accettò l’incarico, poiché gli permetteva di intrattenersi con i “suoi” giovani, prima di intraprendere la Missione che lo avrebbe portato in America Latina, esattamente in Perù. Piazza Riccardo II, per l’occasione, fu trasformata in una immensa platea per accogliere cittadini e curiosi giunti dai paesi limitrofi, ansiosi di assistere ai continui “duelli vocali” tra S. Michele (Saverio Scialdone) e Lucifero impersonato dal compianto Augusto Antropoli, ricco di una esperienza teatrale per aver sostenuto diversi ruoli sia nella tragedia del Santo , che in altre rappresentazioni. In passato, un altro “attore”, Carlo Cioppa, meglio conosciuto con il simpatico nomignolo “Zi Mastro”, richiamava la folla delle grandi occasioni per la sua innata verve comica premiata con applausi a scena aperta. La tragedia di S. Michele fa parte delle Sacre Rappresentazioni che, nel Medio Evo, si svolgevano nelle piazze dei paesi come avveniva anche a Bellona con la tragedia di S. Filomena, anche essa finita nel dimenticatoio a causa del disinteresse e del disamore per il teatro. Molti sono gli attori dilettanti che, nella tragedia di S.Michele, hanno sostenuto ruoli importanti e difficoltosi. Fra i tanti, oltre a Saverio Scialdone, Augusto Antropoli e Carlo Cioppa ricordiamo. Giulia Sarno,la Madonna; Rita Cioppa, Eva; Giovanni Di Lillo, Adamo; Pietro Ciccarelli, l’Arcangelo Raffaele; Vittorio Aurilio, l’Arcangelo Gabriele; Angelo Altieri, il profeta Davide; Attilio Cioppa, Asmodeo (primo diavolo); Carlo Antropoli, Belfagor; Mario De Lucia, Moloppo (sesto diavolo) e Venanzio Aiezza, il serpente tentatore. I numerosi appassionati del teatro auspicano che sia a Vitulazio, con la tragedia di San Michele che a Bellona, con la tragedia di Santa Filomena, riprenda l’antica tradizione delle sacre rappresentazioni necessarie per comunicare, e diffondere, i buoni principi educativi tanto necessari in questi tempi dominati dall’egoismo e dall’arrivismo che sconvolgono il mondo.

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