Una chitarra contro i “mostri”
L’acclamata cantautrice e testimonial di pace Agnese Ginocchio è tra i personaggi più impegnati nella lotta per la difesa del nostro ambiente. Una sua nota canzone (Fermate il Mostro) è diventata la colonna sonora della estenuante battaglia contro Lo Uttaro. Paladina della nonviolenza e del dialogo, ama impugnare una sola arma: una chitarra azzurra …come quel cielo che c’era, una volta, là dove adesso si erge una fetida montagna di rifiuti.
Dopo aver miseramente disertato, con tutto il rilevante (e forse potenzialmente decisivo) peso degli enti da essi rappresentati, una protesta che certamente avrebbe loro arrecato onore e credibilità, i sindaci dei tre paesi più colpiti dalla disgrazia (San Nicola, Maddaloni e San Marco) non hanno trovato, in questi giorni, nulla di meglio che dilettarsi a scrivere qualche letterina di saluti agli amici De Franciscis e Bertolaso cogliendo l’occasione per riferire delle "attuali preoccupazioni (Dio, che tenerezza che ci fanno…) attinenti non solo allo smaltimento della frazione residua destinata all’impianto Lo Uttaro, quanto anche all’incremento della circolazione degli automezzi pesanti sulle arterie di comunicazione".
Fortuna vuole, però, e meno male, che altre persone (certamente ben più di costoro preoccupate della salute di duecentocinquantamila cittadini) si stanno sostituendo alle latitanti istituzioni per cercare di portare qualche barlume di speranza in un avvenire che appare sempre più grigio e puzzolente per una comunità vittima di uno dei massacri più crudeli ed ingiusti della storia.
Come il comitato emergenza rifiuti, retto da instancabili eroi quali Messina, Roano, Tessitore, Bernieri, Moretta, Tiscione, Nuzzo e chi più ne ricorda più ne metta.
Oppure come l’indomito quartetto, illuminato da Dio, composto da Mons. Nogaro, Don Oreste Farina, Don Pasquale Lunato e Padre Alex Zanotelli.
E come l’impegnatissima Agnese Ginocchio, uno dei personaggi più significativi della estenuante campagna contro Lo Uttaro, nota ed amata cantautrice internazionale di Terra di Lavoro, testimonial ed ambasciatrice di pace, che non si stanca mai di rivolgere accorati appelli alla gente, affinché tutti prendano coscienza, attraverso un’informazione onesta e non condizionata, del gravissimo stato in cui versa la nostra provincia sotto il profilo ambientale e sanitario.
«Il problema dei rifiuti in Campania -afferma la referente casertana del Movimento Internazionale per la Pace e salvaguardia del Creato- mai come in questo momento sta raggiungendo il culmine della drammaticità. I medici e le associazioni ambientali lo hanno annunciato da tempo. Con il caldo che avanza, le migliaia di tonnellate di rifiuti sparse lungo le strade e le discariche improvvisate la regione campana, ed in particolare la provincia di Caserta, sta per essere letteralmente sconvolta. Diventa necessario prodigarsi per evitare gli sprechi. Alcune amministrazioni di Terra di Lavoro, che da qualche anno hanno introdotto la raccolta differenziata, forse non sanno che i rifiuti raccolti e suddivisi con tanta buona volontà dai cittadini sono rimischiati tutti insieme un’altra volta. Una bella presa per i fondelli sia per i comuni stessi che per noi cittadini, che, tra l'altro, paghiamo anche ingenti tasse per un servizio che non esiste. La politica e la camorra, sfruttandolo in maniera insulsa per ricavarne miniere d’oro, hanno prodotto una devastazione totale del nostro territorio.
Ha voglia De Franciscis a farsi bello e a dire che la provincia di Caserta sta tentando di risolvere il problema rifiuti! Tra poco, come già accaduto a Villaricca, la nostra discarica Lo Uttaro sarà satura di percolato e non più utilizzabile. Per caso, hanno pensato i nostri commissari di governo a prevedere questo ennesimo problema, che non farà altro che aggravare ulteriormente la situazione, visto che non esistono impianti di smaltimento per il percolato? Andatevi a fare un giro dalle parti della discarica per vedere in diretta che aria si respira e in che stato di degrado versa quella zona. Sembra di trovarsi nel terzo o addirittura nel quarto mondo. A noi non viene trasmessa informazione corretta; le notizie che circolano arrivano in maniera confusa, nascoste da illecita omertà. Noi qui non vediamo l'immondizia (o ne vediamo poca ), ma in compenso respiriamo i veleni tossici dei rifiuti in decomposizione (diossina, nanoparticolati, metalli pesanti..) sparsi nell'aria. E infine ci ammaliamo. Vi siete chiesti come mai da un po’ di tempo a questa parte sono aumentati i casi anomali di cancro in Campania e nella nostra provincia? Le acque delle piogge che scendono sulla terra a irrigare la vegetazione sono acide e cariche di veleni. Gli alimenti prodotti dalla terra (e i loro derivati) che noi acquistiamo ai supermercati per il fabbisogno quotidiano sono inquinati. La nostra regione non ce la fa più. Sta soffocando. I piani di emergenza si stanno rivelando inefficaci. La discarica a Villarica è satura di percolato e non si può più utilizzare, gli addetti ai lavori non sanno come smaltire questo liquido tossico. Il percolato penetra nel terreno e va a inquinare le falde acquifere. L'acqua, primo alimento della nostra vita, che usiamo anche per irrigare i campi, dissetare gli animali, è inquinata. Lo Uttaro è l’unica discarica a rimanere aperta in Campania. Tra non molto sarà costretta ad accogliere tutti i rifiuti della regione. Che “grande” cosa assistere all’ennesimo sacrificio di una provincia quale immondezzaio e sversatoio d'Italia! A pagarne le spese, la salute e la vita saremo sempre e solo noi cittadini, mentre i nostri politici si riempiono le tasche, lavandosene le mani, tipico atteggiamento di omertà dei Ponzio Pilato di turno. Alla faccia della democrazia e della difesa dei diritti umani! Il mio è un appello alla società civile affinché prenda coscienza e coraggio. Prima che sia troppo tardi e tutto ci sfugga di mano, occorre ribellarsi a questo sistema politico mafioso che ci viene imposto senza scrupoli. Non ci resta che la mobilitazione, il boicottaggio e implorare in primis l'aiuto divino, affinchè questo immane flagello sia scongiurato dalle nostre terre e dalla nostra vita e torni presto a sorgere il sole della Speranza come il verde della Pace. La terra è di Dio e secondo la sua legge deve essere trattata! Come è scritto nella Bibbia, dunque, la terra deve essere destinata all’uso, non all’abuso da parte dell’uomo. Fermiamo il Mostro!».
Agnese, “Donna speciale”, non si ferma né giorno né notte per gridare al mondo intero -da Caserta e provincia a tutte le latitudini e longitudini- che il nostro morente angolo di pianeta è da salvare a tutti i costi: lottando, sacrificandosi, unendosi nel nome della pace e della solidarietà, ma soprattutto nella coraggiosa scelta di doverci sempre mostrare, noi che la ascoltiamo, figli non degenerati come i “padri” che ci governano, bensì espressioni di quell’ansia incessante che anima i giusti a combattere per l’affermazione dei diritti umani e della legalità, per la salvaguardia dell’ambiente, per difendere i deboli e i derelitti.
Disdegnante della paura, protagonista in prima persona del processo comunicativo che tende a rompere il muro dell’indifferenza nella quotidiana battaglia contro le mafie e la povertà, Agnese Ginocchio è paladina insostituibile della nonviolenza, creatrice di amicizia e di dialogo, le uniche armi, insieme ad una chitarra azzurra come il cielo ed il mare, che è in grado di impugnare e di mostrare alla infinita platea dei suoi ammiratori. Ogni nota delle sue meravigliose canzoni è un sussulto del cuore, emozione irrinunciabile, smania di essere, messaggio di vita, desiderio ardente di abitare la nostra terra.
Agnese Ginocchio, semplicemente grande. Anzi, grande semplicemente. Oggi tutti ne abbiamo bisogno per combattere i “mostri”, ovvero quelle vergognose espressioni della politica che si annidano sotto l’aria “elettoralmente” bonaria degli ingiusti e dei prepotenti.