Parte la costituente risorge il PSI

Il Partito Socialista Italiano risorge dalla ceneri dopo 13 anni di diaspora provocata dell'inchiesta 'Mani Pulite'. E forse il suo logo sarà di nuovo il garofano rosso. La Costituente socialista ha celebrato il grande giorno della rinascita, riannodando il filo che ha sempre legato alla sinistra il partito storico dei lavoratori.
La Costituente socialista, a Roma nell’Auditorium del Massimo colmo fino all’inverosimile, ha approvato, per acclamazione, la dichiarazione del 14 luglio (data simbolo della rivoluzione francese) che vede insieme molti socialisti impegnati a ricostruire in Italia un partito che faccia riferimento al Pse.
Sul palco, uniti dopo tanto tempo, Enrico Boselli, Gianni De Michelis, Vittorio Craxi, Alessandro Battilocchio, Roberto Villetti, Ugo Intini, Mauro Del Bue, Pia Locatelli, Saverio Zavettieri, Rino Formica. Entrano nella Costituente anche Roberto Barbieri e Lanfranco Turci (ex Ds), Cinzia Dato (exDl), Luigi Angeletti (Uil). Ma l'ambizione di Enrico Boselli e Gianni De Michelis non è solo di mettere insieme gli spezzoni del socialismo centrifugato nella seconda Repubblica: i leader dello SDI  e del Nuovo PSI puntano infatti alla creazione di un polo laico, liberale, radicale e socialista inserito nell’alveo del Socialismo Europeo. Non un Partito di contrasto al nascente PD quindi, ma una vera voce alternativa a questo soggetto politico, senza identità e pieno di contraddizioni,  che non riesce neppure a iscriversi al gruppo del Partito socialista europeo. La relazione conclusiva di Boselli non è stata tenera nè con il governo nè con la sua maggioranza. Lungo l'elenco delle imputazioni  a Prodi “succubo del potere della magistratura, senza anima riformatrice, timido sulle pensioni, debole nel risanamento dei conti pubblici perchè “privo di una vera anima”. Insomma a Romano è mancato il colpo d'ala e l'atterraggio previsto da Boselli potrebbe essere anche brusco. Folta la delegazione di Caserta del Nuovo PSI alla Nascente Costituente a dimostrazione che i valori del socialismo riformista e liberale sono ancora fortemente radicati sul territorio.

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