IL MANDRONE dall’abbandono alla distruzione.

Molti sono i bellonesi che, ancora oggi ricordano il “MANDRONE”. Era questa una struttura risalente ad oltre trecento anni fa. L’edificio non ha mai avuto una particolare attenzione da parte dei proprietari, né dai tantissimi amministratori succedutisi sul Comune di Bellona. Il Mandrone era ubicato nell’attuale via Nazario Sauro e spesso i passanti sostavano per ammirarne la maestosità e la bellezza architettonica. Il Mandrone fu costruito sulla parte alta del paese ad est di Bellona dagli avi della famiglia Rossi. Entrando nell’ampio cortile si notavano, a sinistra, le stanze del proprietario ed i relativi servizi per la servitù ubicati di fronte all’entrata principale. L’aia era riservata agli animali domestici ed ai lavori che, per poter meglio essere controllati, venivano eseguiti sotto il diretto sguardo del proprietario. Vi erano stalle per accogliere gli animali che venivano utilizzati per il trasporto, i lavori nei campi e la macellazione. Sulla sinistra una scala portava alle stanze del proprietario, da tutti chiamato “padrone”. Con la famiglia di questi viveva il fattore (in arcaico “murenente”). Una caratteristica torre, costruita sul lato esterno destro dell’edificio, serviva per controllare i contadini durante i lavori dei campi. In cima alla stessa, era fissata una campana che annunciava alle maestranze l’ora di inizio e quella di fine lavoro: un originale sistema, allora in voga, oggi superato con l’avvento delle sirene. Entrando nel vasto cortile si provava la strana sensazione di ritornare indietro nel tempo. Molte persone anziane portavano i nipoti a farglielo ammirare descrivendo loro la vita vissuta in quel luogo. Dopo oltre due secoli di continuo abbandono, il Mandrone mostrava l’inclemenza del tempo e la noncuranza degli uomini. Sembrava un animale ferito: finestre cadenti, scale diroccate, la pavimentazione dell’aia sconnessa, porte rovinate dalle intemperie. Ormai era diventato, negli anni novanta, un edificio decrepito caduto nel più completo abbandono. Eppure esso era il simbolo dell’antica Bellona! Il progresso e l’indifferenza degli uomini hanno fatto si che questa struttura fosse abbattuta per fare spazio a moderni appartamenti. Uno scempio che Bellona ed i bellonesi non meritavano! La distruzione del Mandrone ha portato via tanti ricordi. È scomparsa una traccia della storia di Bellona. Sono ancora molte, comunque, le strutture che ricordano le antichità di questo paese. Fra le tante ricordiamo: il Monastero sul Monte Rageto e le così dette “Camerette delle Fate”, una antica villa romana risalente al II° secolo a.C.. Per il bene di Bellona e per la storia antica del mondo, i cittadini si augurano che questo patrimonio, insieme a tanti altri, non venga cancellato come è accaduto al Mandrone.

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