Centrali elettriche a energie rinnovabili
Premesso – che la Regione Campania presenta un deficit di potenza di circa 2000 Mw – che tale deficit energetico, invece di essere considerato occasione per la realizzazione di centrali ad energie rinnovabili, è stato usato per attivare l’esecuzione delle centrali a turbogas di Orta di Atella, Teverola e Sparanise che da sole, nel raggio di una decina di chilometri, lo esauriscono tutte nella sola Provincia di Caserta
– che, insieme al costruendo inceneritore di S. Maria la Fossa, si carica di inquinamento e polveri sottili un territorio che ha una vocazione agricola di qualità e di prodotti tipici, come la mozzarella, unici al mondo che ne rappresentano la ricchezza e la maggior fonte di occupazione
Considerato
– che da qualche anno, ignorando quanto sopra, si tenta comunque di localizzare da più parti centrali a biomasse (a Pontelatone, nella provincia di Benevento e, recentemente, a Vitulazio)
– che tali centrali, al di là delle dichiarazioni di utilizzare biomasse locali per ora quasi inesistenti, verrebbero alimentate da cippato proveniente anche dall’estero
– che, si sospetta, potrebbero anche utilizzare rifiuti
– che le biomasse lignee sono utilizzate con successo in zone alpine o del nord in regime di cogenerazione ove, per quasi tutto l’anno, serve calore oltre che elettricità
– che dalle nostre parti il calore verrebbe utilizzato per soli cinque mesi l’anno
LEGAMBIENTE CAMPANIA RICONOSCE
– che le centrali a biomasse, in quanto prive di materia prima sufficiente ad alimentarle, poco opportune per la cogenerazione e con un deficit energetico Regionale già colmato, non sono appropriate al nostro territorio
– che, pertanto, Legambiente promuove ed appoggia gli eventuali comitati locali che ad esse si oppongono
– che è necessario, al fine di rimuovere ogni ulteriore inquinamento ambientale, attivare l’utilizzo dell’energia solare diretta sfruttando le recenti facilitazioni disposte dalle finanziarie