Processo a Sorbo, epilogo all’orizzonte.
Breve rinvio al 16 novembre 2007 per il processo penale a carico dell’ex sindaco Nicola Sorbo, accusato di aver proferito gravissime invettive nei confronti del giornalista caiatino Gianni Gosta nel corso di un pubblico comizio spacciato per conferenza stampa in seguito alla famosa puntata del Maurizio Costanzo Show quasi interamente dedicata al caso di Antonio Palumbo, il vecchietto di S. Giovanni e Paolo che commosse l’intera Penisola per le condizioni di estremo degrado in cui da tempo era costretto a vivere, secondo la denuncia di Sangiovanni, suo vicino, fra il disinteresse delle istituzioni, anche religiose. Dopo aver riconosciuto il proprio fallimento, incalzato telefonicamente da Costanzo, che pertanto ne invocò le dimissioni, durante il comizio Sorbo dichiarò che attraverso prìncipi del foro avrebbe preteso un risarcimento di trenta miliardi di lire da Costanzo e sette miliardi da Gosta, nei confronti del quale il Sorbo fu particolarmente offensivo, inducendolo ripetutamente a querelarlo, se ne avesse avuto il coraggio. Detto fatto, la querela fu formalizzata nelle mani del Comandante Oliva, maresciallo dei Carabinieri di Caiazzo che era presente al comizio e venerdì scorso è stato chiamato a testimoniare. Una mezza battuta d’arresto si era registrata all’udienza del 20 aprile, non tanto per l’assenza del Maresciallo Oliva, quanto per un’equa distribuzione dei processi fra i nuovi giudici della sezione staccata di Piedimonte Matese del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, in virtù della quale la causa fu assegnata al dottor Antonio Cairo che, dopo aver ratificato l’iter dei predecessori, costituito dalla visione della trasmissione, dall’acquisizione delle deposizioni di altri testi, dell’imputato (difeso dall’avvocato Ciro Ferrucci) e dalla parte offesa, rappresentata anche per parte civile dall’avvocato Nicola Leone, venerdì scorso ha proceduto all’escussione dei testi presenti, rigettando le altre richieste in tal senso dell’imputato e riservandosi di ascoltare la sola geriatra che a suo tempo si occupava di Palumbo, lasciando intendere sin d’ora che le testimonianze non attinenti il capo d’imputazione sarebbero state irrilevanti; rinviando infine la causa al 16 novembre quando, dopo la testimonianza della dottoressa Cervo, potrebbe arrivare la sentenza.