Incatenatosi ieri davanti la sede dell’Asl

Detto fatto. E’ stato di parola Mariano Pontecorvo, 60enne medico di Piana di Monte Verna del servizio di emergenza 118. Incatenatosi ieri davanti al distretto 32 di Caiazzo – dove da oltre un decennio è titolare  con rapporto di convenzione. Una forma di protesta forte, vibrante- architettata per reclamare un suo diritto- scippato a seguito di un provvedimento generale di riorganizzazione dell’Asl. Un provvedimento ingiusto e illegittimo per il “ribelle” Pontecorvo- privo di motivazione, spiegazione o vantaggio che giustifichi la decisione- di “spedirlo” come un pacco nelle sede Asl di Maddaloni. Di buon mattino iniziata la crociata, dopo l’inutile  incontro avuto con i vertici dell’Azienda Sanitaria. A seguire si è incatenato e ancorato ad una macchina parcheggiata nei pressi dell’Asl. Neanche la pioggia arrivata nel pomeriggio lo ha fatto desistere. Non ha toccato cibo. Ad assisterlo, la dottoressa Giovanna Rolli, e il dottor Cesare Cuscianna, anestesista-rianimatore. Una bella grana per i vertici dell’Asl Caserta 1, responsabili delle eventuali conseguenze riguardanti lo stato di salute del medico.  Una rivalutazione del provvedimento che potrebbe arrivare nelle prossime ore.   Sanità campana in coma. Manager “costretti a fare i conti” con le delibere  della Regione Campania- che impongono ciecamente ristrettezze e contenimento della spesa(ndr. in questo caso trattasi solo di una semplice rotazione di medici)- Operazioni schizofreniche-  per sacrificare migliaia di persone  sull’altare del risanamento economico-necessario e indispensabile, ma non  da effettuarsi “sulla pelle” dei pazienti e medici, atteso che certi ridimensionamenti cambiano  solo i destinatari dell’impegno di spesa. Manager che spesso diventano tali  per i colpi di scure inferti con  inaudita violenza – Gente che decapita tutto,  persone che costruiscono le proprie carriere, incamerando eccellenti premi di produzione(non con raffinate tecniche di economia  apprese nei master frequentati.  Frequentati?)- usando  l’imperativo categorico: tagliare le spese.  Il tutto sulla pelle degli utenti- trattando l’importante figura del medico di base(travolto dal mostro burocrazia) come nemico- costretto a fare il maratoneta e  l’acrobata per tenere aperto lo studio e  curare gli assistiti.  Sanità pubblica, trattata come affare strettamente personale e privato- –senza tenere conto di migliaia di cittadini contribuenti. Piani di razionalizzazione vergognosi avviati in base a scelte politiche e non di opportunità. Non è pensabile e possibile che il debito di 1,27 milioni di Euro della sanità campana- possa essere pagato solo  dall’Asl Caserta Uno!  Azienda spesso finita sotto accusa.  Un caso, uno scandalo  per tutti, la “difficoltà” qualche anno fa da parte della suddetta azienda  di fornire al suo ambulatorio dentistico  materiale per l’otturazione- con in atto una convenzione miliardaria con uno studio privato- che effettua(ancora oggi)  oltre quarantamila  prestazioni  ogni anno, circa duecento al giorno: vale a dire una prestazione ogni dieci secondi.  A dispetto della dozzina di prestazioni assicurate  nell’ambulatorio pubblico. Un paradosso che ha dell’incredibile.

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