Caso Pontecorvo: le Istituzioni aspettano il dramma

“Mi muovo da qui solo se mi ridaranno il mio diritto scippato illegittimamente. Voglio “morire” qui-tra la mia gente, tra i miei pazienti che conosco uno ad uno”-racconta con un flebile filo di voce, Mariano Pontecorvo, vulcanico, inossidabile medico chirurgo del servizio 118 di Caiazzo, affermato dentista di Piana di Monte Verna, incatenatosi per protesta, senza mangiare dallo scorso 31 ottobre. Situazione a questo punto che col passare dei minuti diventa sempre più drammatica. Lo stress, l’ansia, la mancata alimentazione potrebbero procurare seri danni al fisico del medico-che non è disposto a trasferirsi nel distretto sanitario di Maddaloni. Neanche i cari congiunti sono riusciti a fargli cambiare idea. “Abbiamo provato in tutti i modi-rivela la moglie- tutto inutile-stiamo vivendo ore, giorni di angoscia per lui- un uomo dalla forte fibra, un instancabile lottatore-che difende con i denti un suo diritto-riconosciuto tale da principi del foro, consultati precedentemente. Mio marito, ama tantissimo il suo lavoro-lo fa con amore e determinazione. Anche quando non è in servizio lo è.  La sirena del 118 lo stana anche da casa, anche se sta pranzando o cenando. E’ più forte di lui. Si alza e corre a telefonare alla centrale. In un caso particolare, è arrivato prima dell’ambulanza. Si trattava di un incidente stradale, avvenuto in zona. Appena sentito il botto, è salito velocemente in macchina- ed ha prestato i primi soccorsi ai feriti”. Un medico-eroe, che non vuole essere considerato tale-che vuole rimanere nel distretto sanitario di Caiazzo-che conosce ad occhi chiusi. Conoscenza del territorio determinante al fine di individuare subito nelle sperdute  campagne del caiatino e non solo-  l’abitazione del paziente da soccorrere. E per molte emergenze quei minuti persi(da sanitari non pratici della zona) per trovare la casa del paziente potrebbero risultare fatali. Ora-però a rischiare la vita è proprio il medico altruista di Piana di Monte Verna-che continua imperterrito la sua protesta. Per ora- la solidarietà è arrivata solo dal comando dei carabinieri di Caiazzo, e dal dirigente del Distretto Sanitario di Caiazzo-recatisi più volte dal dottor Pontecorvo, per sincerarsi sulle condizioni di salute. Ancora silenzio dai vertici dell’Azienda Sanitaria Caserta Uno, dalla Prefettura informata quotidianamente con bollettini medici-diffusi dalla dottoressa Giovanna Rolli. Una vergogna inaudita da quarto mondo. Non è andata meglio con i sindaci che fanno parte del distretto 32. La parola solidarietà per questi “sindaci metropolitani”- è totalmente sconosciuta. Gli affari, il cemento, i lavori pubblici- sono più importanti della vita di Mariano Pontecorvo-che salva vite umane da una vita!

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