Elettricità e telefoni da terzo mondo.
Puntuali con le prime piogge d’autunno, si ripropongono i black out elettrici di pochi secondi ma sufficienti a mandare in tilt le apparecchiature telematiche dei pubblici uffici ed a far saltare gli impianti computerizzati di negozi e private abitazioni, mentre le sirene antifurto mal regolate suonano all’impazzata rendendo sempre meno credibile il buon vivere cittadino. Fanno il paio con tali persistenti disservizi quelli delle linee telefoniche che non è più possibile definire da terzo mondo in quanto da quelle parti funzionano molto meglio, mentre da queste parti “civili” bisogna fare ancora i conti con sgangherate centrali in cui l’umido e la pioggia penetrano più facilmente dei malintenzionati. Che, si vocifera, arrecano disagi limitati al tempo in cui si accavallano alle linee di ignari utenti della società telefonica per effettuare chiamate transoceaniche in quanto, manco a dirlo, specializzati in tali furtive “manovre” sarebbero soprattutto degli extracomunitari che la domenica girano con un pulmino bianco finché, trovato il posto giusto, cioè la centralina aperta, non si fermano lì accanto, in modo da occultarla, per poter effettuare indisturbati tutte le telefonate internazionali ai familiari di tutti i “viaggiatori”. L’umido e la pioggia, invece, accomunano nei disservizi società elettriche e telefoniche ancora in regime di monopolio, sicché, mentre i super pagati manager, si dice di nomina politica, continuano a percepire onorari da favola, l’utenza è costretta a subire continue interruzioni dell’energia elettrica e linee telefoniche, quando funzionano, disturbatissime, soprattuto quando piove. Inutile sperare di contattare telefonicamente qualcuno a cui segnalare i guasti, perché, forse in seguito alle eccessive richieste, a quanto segnalato, spesso non si riesce neanche a concludere la successione dei numeri da formare tra una musichetta e una pubblicità non richiesta prima di arrivare al dunque. Insomma molti utenti non ne possono più e minacciano di passare dalle parole ai fatti cioè alle denunce per disservizi, elettrici e telefonici, e danni procurati morali e materiali. L’altro giorno una persona è rimasta chiusa in ascensore e solo dopo diverso tempo, tornata la corrente, ha potuto rianimarsi, ma forse neanche questo importa ai cervelloni pagati per sedere dietro una lussuosa scrivania.