A giudizio l’ex sindaco Nicola Sorbo

È programmata per questa mattina presso la sezione staccata di Piedimonte Matese del Tribunale di Santa Maria C. Vetere una nuova udienza del processo penale a carico dell’ex sindaco Nicola Sorbo, imputato di gravi offese ai danni del giornalista Gianni Gosta, reo di aver accettato l’invito ricevuto dalla redazione del Maurizio Costanzo Show partecipando alla famosa puntata imperniata sul caso di Antonio Palumbo, la cui toccante storia commosse l’intera Penisola. La vicenda risale al 2001 ma in seguito a numerosi rinvii -l’ultimo a settembre per assenza di un teste a discarico- il processo è ancora in fase dibattimentale ed oggi il giudice unico Antonio Cairo dovrebbe escutere la dottoressa Antonietta Cervo, ultimo teste citato dalla difesa, dopo avere ascoltato nella precedente udienza il maresciallo As Ups Giuseppe Oliva, comandante dei Carabinieri presente al comizio durante il quale Sorbo inveì contro Gosta, il dottore Antonio Mazzarella e l’assistente sociale Rossana Bonfili, sempre citati dalla difesa insieme ad altri testi che lo stesso magistrato ha ritenuto inutile escutere perché irrilevanti ai fini dell’accusa. Torna al pettine, quindi, un altro nodo affatto edificante per l’ex sindaco Nicola Sorbo, rinviato a giudizio per delle esternazioni, da molti definite deliranti, proferite da un pubblico palco all’indomani della famosa puntata del Maurizio Costanzo Show quasi interamente dedicata al toccante caso di Antonio Palumbo, il vecchietto di San Giovanni e Paolo che commosse l’intera Penisola per le condizioni di estremo degrado in cui viveva, come emerse dalla trasmissione, fra il disinteresse delle istituzioni, anche religiose. Il caso era esploso in tutta la sua drammaticità in seguito alla segnalazione del giornalista Giuseppe Sangiovanni, di San Giovanni e Paolo come Palumbo, mentre Gosta era stato invitato semplicemente a commentarlo dal palco. Di fronte alla commozione del pubblico per la penosa situazione in cui versava il vecchietto, l’arguto Costanzo non esitò a tirare in ballo Sorbo facendolo chiamare al telefono, evidentemente auspicando esaurienti giustificazioni, ma l’ex sindaco ammise subito le sue responsabilità e -se la memoria non ci inganna- più volte riconobbe il fallimento della propria gestione, sicché Costanzo non poté esimersi dall’invocarne ripetutamente le dimissioni. Deglutito l’amaro calice, insieme ad altri, il primo cittadino pensò forse a una sorta di riscatto, annunciando una conferenza stampa, ma tenendo un pubblico comizio farcito di accuse gravissime e frasi oltraggiose, non solo nei confronti dei giornalisti (“…diffamatori di professione: che mi querelino se hanno il coraggio di farlo”…), ma anche nei confronti di Costanzo, accusato fra l’altro di “idiozia” e di essersi “…prestato al gioco di un farabutto che si chiama Gianni Gosta… me ne strafotto di Maurizio Costanzo, me ne strafotto di Gianni Gosta, me ne strafotto di Giuseppe Sangiovanni”, dichiarò pubblicamente il Sorbo, fra l’altro, dopo aver preannunziato l’incontro con uno dei più grossi avvocati italiani esperti in diffamazione, per rivendicare un risarcimento di venti miliardi di lire da Costanzo e sette dalla Gazzetta di Caserta, uno dei tantissimi quotidiani che all’epoca si occuparono del caso Palumbo. Oggi, però, sarà proprio Sorbo, citato in giudizio, a rispondere di calunnia e diffamazione e, probabilmente, quando il processo penale si concluderà, pure godendo dei benefici dell’indulto, a risarcire gli ingentissimi danni cagionati, con il suo sconsiderato sbraitare, ad un operatore della libera informazione.

Condividi questo articolo qui:
Stampa questo post Stampa questo post