Anziano pensionato vittima del killer burocrazia!
Dopo venti anni vissuti in un mattatoio, gli assegnano l’alloggio, ma cavilli e vessilli infrangono il Chi ha avuto a che fare con uffici pubblici, conosce benissimo il vocabolo burocrazia. In Italia di burocrazia si muore. Gli ultimi governi si sono attivati, per migliorare la funzione pubblica, ma ancora non sono riusciti a snellire iter e procedure insopportabili, per il disgraziato utente.
Cittadini perenni vittime del “mostro”, che sotto le mentite spoglie di impiegati, presentano alla vittima di turno e con sottile piacere l’ulteriore modulo o spiegando che una legge dell’ultimora gli ha fatto perdere i requisiti per chiudere la pratica. Come pressapoco successo a Domenico Civitella (nella foto) – un pensionato ultrasettantenne, di Caiazzo- in attesa di un alloggio dal lontano 1980- dopo che il sisma aveva danneggiato severamente la sua abitazione.
VENT’ ANNI IN UN MACELLO
Per venti anni parcheggiato dal sindaco di allora in due stanze del mattatoio comunale, il suo tremendo calvario sembrava finito.
Incredulo e felice, quando il primo dicembre 2000 gli fu notificato dal Comune di Caiazzo, nella persona del Sindaco un decreto, dal quale si evinceva l’assegnazione di alloggio IACP, facente parte dei fabbricati siti in Caiazzo, con l’obbligo per il medesimo di occuparlo stabilmente entro e non oltre giorni trenta dalla data di consegna.
Gioia incontenibile quando il 15 maggio 2001 riceve avviso di convocazione, per la scelta dell’alloggio indicato. E’ il 16 maggio, il d-day, il giorno che Domenico aspetta da una vita. Si alza come sempre di buon mattino e si reca nella Casa Comunale, con il cuore che va a mille per l’emozione: un cuore stanco, malato – che fa i capricci – che debilita la sua fibra sempre più debole negli anni.
FINITO IL CALVARIO
E’ tra i primi a presentarsi, sale le scale della Casa Comunale raggiante: è finito il calvario, dice a se stesso. Non sarà cosi. Il mostro burocrazia alla fine delle scale sarà pronto a colpirlo: materializzatosi sotto le spoglie di un funzionario dell’IACP (Istituto Autonomo per le Case Popolari) – che avvicinandosi all’incredulo Civitella, con un modulo per la scelta alloggi in mano- invita lo stesso a firmare.
Finalmente le chiavi? Macché! Alloggio andato in fumo. Quella casa non gli spetta, la crudele sentenza del funzionario: poiché l’appartamento risulta inadeguato al nucleo familiare, perché lo sfortunato anziano vive da solo.
Rabbia, sconforto, cattivi pensieri invadono la sua fragile mente – provato già da un’esistenza non facile. Non gli resta che tornarsene a casa, nel macello comunale, in una casa che potrebbe ospitare solo bestie, in attesa di macellazione.
Giorni durissimi, notti insonni- con l’incubo alloggio sfumato, con i fotogrammi del funzionario che emette l’amaro responso.
Si chiude a riccio, la malinconia ben presto si trasforma in depressione. Il pensiero, vola sempre lì, giorni e notti da incubo- a pensare all’alloggio fantasma.
Troppo grande il dolore, che vive in dignitoso silenzio. Senza protestare, urlare la sua rabbia o abbandonarsi a sceneggiate- potrebbe affidarsi a Bacco, dimenticando tutto per qualche ora: non lo farà mai- Domenico è persona retta, squisita, buona, indulgente, delicato. Una persona che dopo lo smacco è divorato dalla collera e dall’ansia.
REQUISITI PER L’ASSEGNAZIONE BALLERINI
Appare singolare che la documentazione presentata da Civitella, poi incluso dalla Commissione Assegnazione Alloggi-nella graduatoria definitiva al n.7- avesse prima tutti i requisiti per decretare l’assegnazione- successivamente negata dall’IACP.
Chi ha stilato la graduatoria definitiva, sapeva che Civitella viveva da solo. Com’è potuto accadere tutto ciò?
Beffa tremenda, per il settantunenne caiatino, “trombato” dalle leggi di uno stato italiano miope – che poi si lamenta per l’attaccamento alla bandiera italiana e all’inno- ritrovatosi al posto delle chiavi, con le classiche mosche in mano.
Ma dulcis in fundo, alla sfortunata vittima il 30 gennaio 2001, è notificata dal Comune di Caiazzo l’ordinanza di sgombero, dal mattatoio comunale, occupato per venti anni, “abusivamente per l’ente”. Il dramma continua. Interviene la forza pubblica: al danno la beffa, sgomberato e pure multato.
Provvedimenti illegittimi: dopo mesi provati con l’esibizione di una delibera (la 183), emessa dalla Giunta Comunale, che attesta la sistemazione nei locali del macello comunale- avvenuta di fatto nei primi anni “80 e certificata da atti nel 1986.
Sgombero poi avvenuto- parcheggiato dal Comune in un’ex stalla, ristrutturata dal Comune: una cella umidissima d’inverno e caldissima d’estate- sicuramente poco idonea per Civitella, cardiopatico e diabetico.
UNO STATO PER NEMICO
Questa la triste storia di un uomo avanti negli anni, senza voce per gridare allo scandalo. Per fare luce sui responsabili di questa vergognosa storia ci sarebbe la Magistratura, ma i tempi della giustizia civile sono lunghi. Dieci anni spesso non bastano per un giudizio. Quelle chiavi del nuovo alloggio forse il pensionato caiatino, non le avrà mai tra le mani. Tutta colpa della burocrazia. Come possono i tanti Civitella italiani sventolare con vigore la bandiera italiana e cantare ad alta voce l’inno di Mameli? Tutta colpa di uno Stato, che alcune volte tratta i cittadini come acerrimi nemici. Quanti ergastoli meriterebbe lo stato burocratico che, conduce al suicidio, cittadini stufi delle pastoie all’italiana? La burocrazia uccide senza pietà.