Cisterna, nuovi reperti.
Nuovo, interessante sopralluogo nello storico pozzo di piazza Verdi, alimentato da mille rivoli ancora attivi, come dimostra l’acqua che si è rapidamente riformata dopo ogni svuotamento effettuato da alcuni volontari della Protezione Civile coordinati dal comandante della Polizia municipale Pietro Del Bene, che ha trascorso anche la mattinata domenicale nella benemerita attività di volontariato. Mentre alcuni volontari si sono calati nel pozzo insieme al responsabile dell’ufficio tecnico comunale ingegner Raffaele Marra ed al funzionario comunale Gaetano Chichierchia, altri volontari hanno coordinato dalla superficie le operazioni di prelievo di un altro notevole quantitativo del materiale accumulatosi nel corso dei secoli nell’enorme cisterna, composta di ben sei stanzoni che l’amministrazione vorrebbe esplorare gradualmente, ma anche in modo capillare, per conoscere nei dettagli il sottosuolo e quindi la storia dei nostri progenitori, soprattutto se, come da più parti si ipotizza, il grosso pozzo è stato a suo tempo ricavato da quello che era il mai ritrovato Foro di Marco Gavio. Non è tutto perché, mentre i volontari della Protezione Civile procedevano a una bonifica del fondo, al fine di poter esaminare nei dettagli la pavimentazione e quindi capirne molto di più, i due funzionari comunali hanno proceduto a una più approfondita ispezione di alcune pareti e si vocifera che abbiano individuato fra l’altro un reperto che potrebbe far rizzare “le antenne” degli esperti della Soprintendenza che hanno definito “in opera incerta” la muratura di cui si compone l’intera cisterna. Nuovi motivi di curiosità ed interesse in particolare per gli storici dunque, anche se molti ipotizzano che vero intento della ricognizione sia quello di ritrovare e quindi portare alla luce il cosiddetto “Fallo di Priapo”, statua che nel tredicesimo secolo sarebbe stata buttata nel pozzo su disposizione di un vescovo in quanto ritenuta blasfema a causa della sua conformazione, più che immaginabile dal nome.