Proteste dei pensionati

Da un gruppo di pensionati bellonesi abbiamo ricevuto la seguente lettera: “L’aumento del costo della vita è cosa ben nota a chi è costretto a stringere continuamente la cinghia per arrivare alla fine del mese e, per far quadrare i bilanci familiari, girovaga da un supermercato all’altro, nella speranza di trovare qualcosa a minor prezzo. Aumenta tutto: dai generi alimentari alle assicurazioni, dalla luce al gas ecc. La barca non va. A pagare sono sempre i pensionati. I timidi impegni del Governo sono inadeguati a fronteggiare la situazione. E’ necessario un controllo sui prezzi, è necessario che Stato, Regioni e Comuni, facciano la loro parte per evitare fenomeni speculativi. Il pensionati chiedono che i rinnovi dei contratti tengano conto dell’inflazione reale e che tale principio sia esteso alle pensioni. Non è credibile sull’importo mensile di una pensione, viene calcolata un’integrazione che in molti casi non raggiunge quella prevista dall’Istat, dal momento che ai pensionati “ricchi”, con circa mille euro al mese, viene operata una decurtazione. La realtà e che in questo Paese i pensionati sono trattati come un fardello ed ogni risorsa loro destinata è considerata uno spreco. Per recuperare il potere d’acquisto perso negli anni (pensioni d’annata), è necessario raddoppiare tutte le pensioni ed estendere anche ai pensionati i miglioramenti contrattuali”.

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