Nel mirino dei media nazionali i costosissimi ospedali mobili.

Abbandonati da anni nel parcheggio del nosocomio matesino. Ma la storia potrebbe diventare ancora più clamorosa e grottesca. La ricca e funzionante Regione Lombardia, potrebbe paradossalmente proporsi per acquistare i piccoli ospedali su quattro ruote! Qualche casertano buontempone, visto che non funzionano  potrebbe segnalarli  prossimamente al governatore Roberto Formigoni. Una provocazione- destinata chiaramente a svegliare le coscienze, quindi, far partire finalmente un servizio che sognano di avere tantissime comunità italiane, situate in zone impervie della penisola
CAMPER TELEMEDICINA: “ VENDIAMOLI A FORMIGONI”
Il servizio annunciato da anni, mai partito. Nel corso della conferenza stampa- con prova-inaugurazione di teletrasmissione diagnostica – effettuata il nove marzo scorso- il presidente De Franciscis raggiante dichiarò: “Tra sei mesi ci rivedremo per fare un bilancio sul funzionamento del servizio”.
Piedimonte Matese (Caserta)-  Per i  tre camper di Telemedicina fermi da anni nel parcheggio del nosocomio di Piedimonte Matese- è arrivata oggi – direttamente da Milano una  troupe di un noto programma televisivo, in onda tutti i giorni su ben tre reti nazionali. L’incursione  della troupe- organizzata dal giornalista freelance casertano, Giuseppe Sangiovanni. Ma- i camper della discordia sono rimasti chiusi. Impossibile immortalare all’interno i  tre –  costosissimi camper abbandonati da anni nel parcheggio del nosocomio di Piedimonte Matese. Non si sono trovate(o non si sono volute trovare le chiavi) -dei  tre piccoli ospedali mobili, dotati di attrezzature d’avanguardia(ancora poco e diventerà obsoleta), dove è possibile effettuare: diagnostica per immagini, ecografie ed ecocardiogramm ,  inviare e ricevere, tracciati e referti di ecografie, infine trasmissione di dati ed immagini verso ospedali per teleconsulti e videoconferenze. Un progetto ambizioso, quello della Telemedicina, co-finanziato dalla Comunità Europea tramite il POR Campania, al fine di sperimentare nuovi modelli di prevenzione e assistenza sanitaria,  per rendere più incisiva l’attività sul territorio e portare assistenza anche nei luoghi più impervi. Un progetto che avrebbe dovuto assicurare una migliore e più rapida risposta alle aspettative dei pazienti dell’Alto Casertano,  garantendo alle zone interne della provincia una più efficace e tempestiva assistenza diagnostica e terapeutica, specie nei casi d’urgenza. Finalità lodevoli, rimaste, però, sulla carta, nei 45 comuni consorziati che hanno trovato difficoltà già a mettersi insieme. Ora ci sarebbe da  fornire il servizio -che ha dei costi. L’impresa non è facile- visto che le Asl campane sono note in tutto il mondo per i tagli di spesa, accorpamenti vari e riduzione del personale. I medici e paramedici   che  dovrebbero  garantire il servizio- sono gli stessi che lavorano nelle due Asl provinciali, coinvolte nel progetto, con la provincia di Caserta.  Dovrebbero in pratica attrezzarsi con il dono dell’ubiquità! L’ennesimo pateracchio  targato Regione Campania.  Con il sistema  sanitario, prossimo all’elettroencefalogramma piatto.Nel corso della conferenza stampa- con prova-inaugurazione di teletrasmissione diagnostica – effettuata il nove marzo 2007- il presidente De Franciscis raggiante dichiarò: “Tra sei mesi ci rivedremo per fare un bilancio sul funzionamento del servizio”. Sono passati otto mesi, e il servizio è rimasto fantomatico.  Dopo qualche mese, dalla prima ed ultima prova,  il  mesto ritorno nel parcheggio dell’ospedale di Piedimonte. Sui tre camper, finora- non è salito un solo paziente. Forse,  nessuno mai lo vedrà! Ma la storia potrebbe diventare ancora più clamorosa. Perché – la ricca Regione Lombardia, potrebbe paradossalmente proporsi per acquistare i piccoli ospedali su quattro ruote! Qualche buontempone casertano, visto che non funzionano-  potrebbe segnalarli  prossimamente al governatore Roberto Formigoni. Una provocazione- destinata chiaramente a svegliare le coscienze, quindi, far partire finalmente un servizio che sognano di avere tantissime comunità italiane, situate in zone impervie dello Stivale.

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