Striscia la Notizia prende di mira i tre camper-ospedali

Tre camper supertecnologici, dotati di attrezzature d’avanguardia, analisi e diagnostica. Ma gli sprechi continuano. In arrivo altri due camper muniti di una sala operatoria e di una Tac: Un nosocomio mobile che difficilmente aprirà e vedrà mai un paziente. L’inaugurazione del “servizio”- il nove marzo scorso. Un giro turistico (ndr. a Roccamonfina)- e il mesto ritorno al punto di partenza
I tre camper di Telemedicina fermi da anni nel parcheggio del nosocomio di Piedimonte Matese-  finiti dopo la segnalazione del giornalista freelance casertano, Giuseppe Sangiovanni- nel mirino di note trasmissioni televisive nazionali (Striscia la Notizia e di una trasmissione  in onda tutti i giorni su ben tre reti nazionali)- potrebbero clamorosamente “essere venduti” alla Regione Lombardia. La provocazione forte, “dissacrante”- fatta da un cittadino casertano- che stufo di assistere all’infinita soap-opera- dice : “Se questi tre costosissimi camper, abbandonati da anni a Piedimonte Matese,  non si riesce a farli funzionare, allora vendiamoli, magari alla ricca Regione Lombardia. Nei prossimi giorni- scriverò al governatore, Roberto Formigoni. Solo così,  potrebbero funzionare questi  tre  piccoli ospedali su quattro ruote! Acquistati con soldi di tutti. Una provocazione- destinata chiaramente a svegliare le coscienze, quindi, far partire finalmente un servizio che sognano di avere tantissime comunità italiane, situate in zone impervie della penisola. Tre piccoli ospedali mobili, dotati di attrezzature d’avanguardia(ancora poco e diventerà obsoleta), dove è possibile effettuare: diagnostica per immagini, ecografie ed ecocardiogramm ,  inviare e ricevere, tracciati e referti di ecografie, infine trasmissione di dati ed immagini verso ospedali per teleconsulti e videoconferenze. Un progetto ambizioso, quello della Telemedicina, co-finanziato dalla Comunità Europea tramite il POR Campania, al fine di sperimentare nuovi modelli di prevenzione e assistenza sanitaria,  per rendere più incisiva l’attività sul territorio e portare assistenza anche nei luoghi più impervi,  garantendo alle zone interne della provincia una più efficace e tempestiva assistenza diagnostica e terapeutica, specie nei casi d’urgenza. Finalità lodevoli, rimaste, però, sulla carta, nei 45 comuni consorziati che hanno trovato difficoltà già a mettersi insieme. Ora ci sarebbe da  fornire il servizio -che ha dei costi. L’impresa non è facile- visto che le Asl campane sono note in tutto il mondo per i tagli di spesa, accorpamenti vari e riduzione del personale. I medici e paramedici   che  dovrebbero  garantire il servizio- sono gli stessi che lavorano nelle due Asl provinciali, coinvolte nel progetto, con la provincia di Caserta.  Dovrebbero in pratica attrezzarsi con il dono dell’ubiquità! L’ennesimo pateracchio  targato Regione Campania.  Con il sistema  sanitario, prossimo all’elettroencefalogramma piatto. E intanto gli sprechi potrebbero continuare, con l’arrivo di altri due camper-contenenti una sala operatoria e una TAC. Ma il presidio ospedaliero mobile funzionerà mai?

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