Dopo 70 anni chiudono le più antiche botteghe del centro

Un pezzo di storia locale che se ne va per sempre. Ultime ore di attività per due fra le più antiche attività commerciali del centro caiatino, sicuramente prime nel rispettivo settore (casalinghi e generi alimentari), che hanno deciso di chiudere definitivamente i battenti con il 31 dicembre. Una scelta imposta senza dubbio dall’anzianità delle titolari, Maria Biggiero e Maria Cervera, che nel dopoguerra avevano ereditato l’attività rispettivamente dalla zia Antonietta e dalla madre Angelina, ma probabilmente anche suggerita dalla sempre più agguerrita concorrenza dei centri commerciali e ipermercati che gradualmente portano a morte il piccolo commercio, sotto l’occhio impotente (o compiaciuto?) dei preposti a livello mondiale. Nate nel centro storico caiatino nel periodo intercorso fra le due guerre, a pochi metri di distanza, la salumeria di Angelina Cervera e l’emporio (un vero omnibus, dove fino all’altro giorno si poteva trovare di tutto ma ormai la porta è sprangata) di Antonietta Biggiero hanno rappresentato un vero punto di riferimento per quattro generazioni, ed ancora avrebbero potuto farlo per vari lustri se le attuali titolari, ormai beneficiarie di meritate pensioni, non avessero deciso di ritirarsi a vita privata e di godersela finché il Signore vorrà concederglielo. Sarà idealmente listato a lutto, quindi, il primo giorno di attività del nuovo anno, peraltro coincidente con quello di mercato settimanale, atteso che moltissime persone provenienti dalle campagne e dall’intero circondario solevano fermarsi proprio da Maria Biggiero (ed ancor prima da “zia Antonietta”) o Maria Cervera (e ancor prima da mamma Angelina) per riposarsi, scambiare quattro chiacchiere ed acquistare l’occorrente per la casa o semplicemente lasciare delle buste con spesa fatta altrove (ed ancor prima le scarpe “per” il fango) per non portarsi il tutto appresso nel tradizionale giro del mercato, ugualmente molto più florido allora ma non, secondo gli ottimisti, perché si stesse meglio quando, suol dirsi, si stava peggio. Una pagina di storia locale che meriterebbe più importanti commenti e chissà che il nostro appello non possa essere accolto dall’assessore alla cultura per predisporre una nuova agenda – ricordo delle più antiche botteghe caiatine e soprattutto delle loro titolari, destinatarie di importanti riconoscimenti.

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