“Ordine e disordini nel XXI secolo”

Lunedì 11 febbraio alle ore 17 la presentazione a Napoli dell’ultimo libro del giornalista e politologo

Giuseppe Scanni. Interverrà l’on. Bobo Craxi
La globalizzazione, i conflitti in Iraq ed Afghanistan, il fenomeno del terrorismo islamico, l'identità religiosa e i futuri scenari internazionali, nonché una dettagliata riflessione sulle relazioni tra i popoli e il ruolo dell'Europa e degli Stati Uniti. In questo momento storico occorre anche fare un bilancio sulla situazione mondiale e sul percorso storico degli ultimi 20 anni dei paesi occidentali e di quelli oltreoceano. Ma più che un bilancio, Giuseppe Scanni, scrittore, politologo e giornalista, analizza tali aspetti, in maniera esperta e meticolosa, nel suo ultimo libro dal titolo “Ordine e disordini del XXI secolo” che sarà presentato a Napoli il prossimo 11 febbraio 2008 alle ore 17,00 presso l'Antisala dei Baroni del Maschio Angioino.

Il convegno, moderato dal giornalista Rai Massimo Calenda e promosso ed organizzato dalle associazioni 'Giovani del Sud' e 'iMeridiani' Onlus presiedute rispettivamente da Lello la Pietra e Alfonso Giarletta, vedrà, tra gli altri, la presenza dell' On. Bobo Craxi, dell’On. Gennaro Mucciolo, Vicepresidente del Consiglio Regionale della Campania, e dell’Ambasciatore Michelangelo Pisani Massamormile. Si tratta del terzo volume scritto dopo il successo dei due libri Debito, Crisi e Sviluppo (con G. Pennisi, Marsilio, 1991); Miti e speranze del Terzo dopoguerra (Marsilio, 1995) e che ha già riscosso consensi di vendita e di critica. Il libro affronta i più significativi temi di geopolitica e di geoeconomia che oggi caratterizzano l’attuale realtà internazionale e propone, al contempo, una road map con le tappe salienti della rete delle complesse e molteplici relazioni tra i popoli. Il lettore inizia un viaggio che, seguendo una chiave di lettura coerente con la storia europea, si muove nella complessa realtà internazionale della nostra epoca “liquida”, attraverso una rigorosa ricerca tra fonti di prima mano e la più aggiornata bibliografia specialistica.

L’autore propone un percorso ragionato attraverso l’immaterialità di quel mix di cultura, religione, tradizioni e costumi che, insieme agli elementi tipici dell’azione politica (fame, sviluppo, territorio, ecc.) sono propri della reale della vita dei popoli e creano l’appartenenza ad una civiltà.

Alla fine della “guerra fredda”, dominata dallo scontro delle ideologie, è subentrata una nuova epoca, nella quale accanto ad una contrapposizione tra Nord e Sud del mondo, tra un Nord ricco e un Sud dominato da fame e miseria, secondo la vulgata cara alle ideologie dei no global e agli eredi delle visioni terzomondiste, è subentrato “un panorama molto più sfumato, variegato, complesso”, dove il pericolo dell’omologazione, prodotto dalla globalizzazione, ha provocato negli uomini e nei popoli una forte “incertezza identitaria”.

Nel nuovo scenario della storia umana, i conflitti provocati in nome dell’identità, riguardanti soprattutto il territorio, l’etnia, la religione, la lingua, il senso di appartenenza possono assumere le forme più diverse: dalla realtà sociale intesa quale “piccola patria”, che al più “aspira ad essere indipendente” anche in consapevoli forme di convivenza accanto ed insieme ad altre “piccole patrie”, a forme estremizzate di rifiuto del diverso, attraverso il razzismo, l’integralismo fanatico e il terrorismo, che puntano all’eliminazione dell’altro, inteso come nemico.

È indubbio che il governo di una realtà internazionale così frammentata e composita è in sé estremamente difficile.

Il mondo da “bipolare” che era diventò prima “unipolare”, nel senso che l’unica potenza rimasta, per capacità militari, economiche, politiche, gli Stati Uniti d’America, cercarono di esercitare un’egemonia a livello planetario, prevenendo con calibrato dosaggio di hard e soft power le crisi, stemperando le tensioni, portando pace e prosperità in una sorta di riedizione della pax augustea della Roma del I secolo dell’era cristiana. Ma, da che mondo è mondo, una sola potenza non può sostenere da sola la responsabilità di mantenere la pace e la stabilità del mondo.

 

L’AUTORE

Giuseppe Scanni è nato a Brindisi nel 1949. È un giornalista professionista. Attualmente dirige le relazioni esterne e i rapporti istituzionali dell’Anas S.p.A. Le sue pubblicazioni più importanti: Musica e Società (Dedalo, 1975); Debito, Crisi e Sviluppo (con G. Pennisi, Marsilio, 1991); Miti e speranze del Terzo dopoguerra (Marsilio, 1995). Ha diretto per oltre un decennio “Politica Internazionale”, periodico dell’Ipalmo. Vicepresidente, negli anni ’80, della Agenzia per i paesi in via di sviluppo Inter Press Service, ha diretto il mensile Alternativa ed il quotidiano Avanti!. Ha collaborato al Giornale, è editorialista del quotidiano romano Il Tempo e partecipa al board della rivista Critica Sociale. Per oltre venti anni ha assiduamente lavorato con Bettino Craxi. Alto dirigente delle Nazioni Unite tra la fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90, ha partecipato alla stesura del Piano debito, alla proposta ONU di ricostruzione del Libano ed a missioni di pace per il Corno d’Africa.

 

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