Ha venduto 12 figli per disperazione

La storia di Caterina Annarumma ci fa tornare indietro di molti anni quando la vendita dei propri figli era l’ unica alternativa alla loro uccisione. Ci fa pensare a contesti geografici e culturali lontani dal nostro. Ma la storia di Caterina, una signora di 70 anni che vive nella provincia di Salerno, è recente. In circa un ventennio a partire dagli anni ’60 la donna avrebbe ceduto 12 dei suoi 13 figli per garantire ai bambini delle condizioni economiche e di vita migliori di quelle che lei gli avrebbe potuto offrire. I bambini, subito dopo il parto, venivano affidati a famiglie in buone condizioni economiche: in cambio la donna riceveva delle somme di denaro. Non si tratta dunque, secondo una prima ricostruzione dei fatti, di una vera e propria tratta di bambini: la vicenda è piuttosto il frutto della scelta disperata di una donna che non sapeva come far fronte alle cure ed al sostentamento economico dei propri figli. Nel periodo preso in considerazione dalle indagini della Magistratura Caterina avrebbe subito anche due aborti spontanei. La donna riceveva dalle famiglie che accoglievano i bambini anche una promessa: quella di rivedere i propri figli una volta cresciuti. Nessuno è però mai ritornato nella povera casa di Caterina. Le famiglie affidatarie provenivano da tutta Italia.
I carabinieri hanno avviato i controlli dopo aver raccolto una serie di informazioni sulla presunta vendita di bambini. In particolare sono state determinanti le informazioni fornite da una figlia ceduta alla ricerca dei propri genitori naturali.
Le indagini per la ricostruzione dei fatti proseguono: tuttavia è molto probabile che non si potrà procedere penalmente nei confronti della donna a causa della prescrizione delle fattispecie di reato. Gli investigatori hanno anche chiarito che la vicenda della signora Annarumma non si lega a quella che ha visto di recente protagonista una donna di Corsara, sempre nel salernitano, che cedeva i propri figli in cambio di denaro.

 

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