Famiglia senza casa, interviene la Caritas
Potrebbe avviarsi a soluzione a stretto giro il dramma de nucleo familiare senza casa, trovatosi casualmente a Caiazzo e che, per assicurare un tetto soprattutto ai cinque innocenti bambini, di cui qualcuno seriamente ammalato, ha occupato un’abitazione libera, ma che deve essere urgentemente evacuata perché oggetto di una procedura espropriativa da parte di una banca in quanto pare che, dopo una serie di compravendite, l’ultimo acquirente non sia riuscito ad onorare il mutuo. Abitazione che, peraltro, era stata già sgomberata da una parente acquisita dell’attuale “inquilina”, che a sua volta ha occupato un alloggio comunale contiguo ad un altro, pure occupato abusivamente, e per i quali ugualmente il Comune ha dovuto imporre lo sgombero. Una serie di drammi concatenati che pare vedano impotente l’ente locale almeno finché non andrà in porto il lungimirante progetto dell’amministrazione targata Giaquinto, che prevede la costruzione di numerosi alloggi per giovani coppie, peraltro finito nel mirino dell’opposizione. Nel frattempo, però, è impossibile concedere la residenza alla famiglia senza casa, e pare con un lavoro precario, che pertanto non riesce a trovare un buco. Preso atto dell’impossibilità d’intervento d parte dell’ente locale, si è interessata del problema la testimonial della Pace Agnese Ginocchio che, toccata con mano la gravità della situazione, non ha esitato ad allertare la Caritas diocesana. Proprio grazie alla sensibilità dell’ente filantropico che già aiuta qualche famiglia caiatina in difficoltà, nei prossimi giorni potrebbe esservi la chiave di volta di una situazione della quale già si sono interessati diversi media, anche nazionali, a quanto pare intenzionati a fomentare un altro “caso Palumbo”. Stavolta, però, grazie alla sensibilità dell’ente di beneficenza retto da don Alfonso De Balsi, si prospetta una soluzione positiva dell’ennesimo dramma caiatino, in quanto pare che l’unica condizione posta dal sacerdote di Piedimonte consisterebbe nell’assenso dei parroci locali, che è immaginabile siano pienamente d’accordo.