Rinchiude la figlia in casa. Si sfiora la tragedia

Spesso i genitori, a causa delle cattive iniziative da parte dei loro figli, sono costretti a prendere drastiche decisioni che suscitano la disapprovazione dei giovani. A Bellona un trentasettenne extracomunitario originario della Tunisia, Kaleb Burghiba, che vive con la sua compagna e la figlia tredicenne, è stato protagonista di una strana vicenda che avrebbe potuto avere un tragico risvolto. Il tunisino chiudeva in casa, dopo averla picchiata con inaudita violenza, la figlia tredicenne che, approfittando dell’assenza di suo padre, usciva a tarda sera per intrattenersi con gli amici. Informato delle scappatelle della ragazza il padre decide di assentarsi dal turno di lavoro per indagare sulla condotta della ragazza. Infatti, all’insaputa della matrigna, credendo che suo padre effettua il solito turno di notte presso un’azienda agricola, la giovane si allontana da casa per trascorrere alcune ore in compagnia dei coetanei. Kaleb ritorna a casa infuriato ed attende la ragazza deciso a punirla. Appena rientra, la giovane è assalita da una gragnola di botte ed è rinchiusa in casa con il divieto di uscire. Ma ella riesce a telefonare ad una amica, vicina di casa, informandola che avrebbe aperto il gas per farla finita. Spinti dalla preoccupazione, accorrono molti residenti per far sì che la giovane desistesse dal compiere un simile gesto. Kaleb, informato, rientra subito a casa e, con le lacrime agli occhi, promette a sua figlia che le concederà di uscire dopo aver svolto le faccende domestiche, ma dovrà rientrare non più tardi delle ore 22. La ragazza, di buon grado, promette di assecondare la volontà del genitore. Una strana storia che poteva finire in tragedia se non fossero intervenuti i vicini.

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