DOVEVA MORIRE

Venerdì 11 luglio alle ore 18.30  appuntamento a Napoli per la presentazione del libro di Sandro

Provvisionato e Ferdinando Imposimato sulla storia e i misteri del sequestro Moro. Chi era Aldo Moro? Perché non fu liberato? Cosa ha permesso la sua uccisione e cosa ha impedito la sua liberazione? Hanno funzionato davvero i servizi segreti e le indagini della magistratura? Tante domande, poca o nessuna risposta, che ancora oggi ritroviamo sui giornali, nei libri, nei racconti televisivi a 30 anni dal sequestro e dall’uccisione di Aldo Moro, massimo esponente della Democrazia Cristiana e figlio di un’ Italia che ha vissuto con il fiato sospeso i suoi 55 giorni di prigionia.
Ma tutti gli interrogativi, che ancora oggi trovano scarsi responsi, vengono riproposti con dettaglio ed accurata ricerca nel libro scritto a quattro mani dal giudice Ferdinando Imposimato e dal giornalista Sandro Provvisionato. “DOVEVA MORIRE, CHI HA UCCISO ALDO MORO IL GIUDICE DELL’INCHIESTA RACCONTA”, questo il titolo del volume, edito da “Chiarelettere”, che sarà presentato a Napoli venerdì 11 luglio alle ore 18,30 presso il Salone del Circolo Ufficiali dell’Esercito Italiano in piazza del Plebiscito con la presenza dei due autori.
L’incontro, organizzato e promosso dall’Associazione culturale e di promozione sociale “i Meridiani” Onlus e moderato dal giornalista Lello La Pietra, vedrà i saluti di Alfonso Giarletta, presidente de “i Meridiani” Onlus, di Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania e gli interventi di Giuseppe Scanni, giornalista, politologo ed esperto in relazioni internazionali, e di Lucio D’Alessandro, preside della facoltà di Scienze della comunicazione presso l’istituto Universitario Suor Orsola Benincasa.
Nel libro si ripercorrono i  terribili momenti della prigionia attraverso le lettere scritte dallo statista democristiano che non pronuncia mai i nomi dei brigatisti che lo hanno sequestrato ed assassinato. Moro parla dei "quattro stupidi mascalzoni" le cui "perverse mire" hanno causato la morte di un innocente. Ma quei nomi ricorrono nelle oltre 350 pagine di minuziosa ricostruzione di uno dei grandi misteri mai compiutamente risolti della storia italiana del dopoguerra. I nomi non sono solo "di quei poveretti" che gli hanno sparato, ma anche e soprattutto dei dirigenti dc, Andreotti e Cossiga in testa, che nulla fecero e tutto misero in atto per impedire l'apertura di un canale di trattative per liberare l'amico di Partito, simbolo non solo del gruppo dirigente democristiano, ma responsabile dell'apertura al Pci, del tentativo di cancellare " il fattore K " ovvero l'esclusione pregiudiziale dei comunisti da qualsiasi ipotesi di governo o di maggioranza.
A partire dal titolo, il libro di Imposimato e Provvisionato indica con nettezza una tesi. Aldo Moro è stato volutamente abbandonato al suo destino dal gruppo dirigente DC e non per la superiore "ragion di stato", ovvero la volontà di non cedere al ricatto terrorista. La sua morte dopo il sequestro, a giudizio degli autori, non aveva alternative "per stabilizzare la situazione interna e salvare milioni di italiani dal comunismo".

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