Da Mussulmana a Cattolica
Abbiamo piacevolmente colloquiato con una giovane albanese che, appena giunse in Italia, fu costretta, da alcuni suoi connazionali residenti nella zona, a prostituirsi. Alina Repovic diventò così schiava della prostituzione ma, dopo un anno, riuscì con l’aiuto di amici italiani e di un sacerdote, a smettere di vendere il suo corpo. La vicinanza con il sacerdote fece sì che Alina, di religione mussulmana, si convertisse al cattolicesimo e la madrina di battesimo fu una signora di S. Maria Capua Vetere. La triste storia di Alina iniziò a Tirana quando lasciò la sua Albania per le promesse ricevute da un datore di lavoro che le propose di lavorare in Italia. Appena giunta, Alina si rese conto che il lavoro consisteva nel prostituirsi ogni sera, fino a tarda ora, e consegnare il guadagno al magnaccio che, da lontano, controllava il flusso dei clienti e poi tirava le somme. Guai se il guadagno era al minimo, contro la povera ragazza il “protettore” ne diceva di tutti i colori, minacciandola di rovinarla di botte se si fosse ripetuto. “Oggi posso dire con orgoglio, aggiunge Alina, di essere riuscita a svincolarmi da simili tentacoli e devo essere riconoscente a tanti cari amici. La mia disavventura in terra italiana mi ha spinto a scrivere un libro dal titolo: “Libera dal racket della prostituzione” ed a pubblicarlo hanno pensato i miei “angeli custodi”. Ora sono felicemente sposata con un italiano che mi ama e mi rispetta. Solo così ho potuto raggiungere la serenità ed un certo benessere che mi ripaga dalle numerose sofferenze.” Ormai il passato è alle sue spalle e, se Alina lo ha rinvangato, lo ha fatto solo per noi, ma non vuole più saperne, né ricordarlo. Oggi Alina dice di essere un’altra donna che pensa al suo avvenire, al suo uomo ed ai bambini che, se Iddio vuole, quando verranno, saranno bene accetti in casa sua.