Incontro-dibattito

Città del Vaticano. "Prospettive Pastorali per la Nuova Evangelizzazione nel Contesto della Globalizzazione e i suoi Effetti sulle Culture Africane" è stato il tema dell'Incontro che si è avuto dal 23 al 26 luglio, a Bagamoyo (Tanzania), presieduto dall'Arcivescovo Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. All'Incontro che "fa parte di una serie di iniziative che hanno lo scopo di promuovere la pastorale della cultura nelle diverse parti del mondo" – si legge in un Comunicato – sono stati presenti i Membri e i Consultori Africani del Dicastero e i Vescovi responsabili della pastorale della cultura nelle loro rispettive Conferenze Episcopali.    L'ultimo incontro di questo genere ha avuto luogo a Johannesburg (Sudafrica) nel 2004 – precisa il Comunicato – mentre l'attuale appuntamento ha offerto l'occasione di riflettere sull'evangelizzazione delle culture, con particolare enfasi sulle questioni riguardanti la secolarizzazione". "Nel contesto attuale, fortemente segnato dagli effetti della globalizzazione sull'ambiente culturale e sul modo di vivere delle persone, la Chiesa si sforza di promuovere l'inculturazione della fede e un nuovo umanesimo cristiano che permetterà agli uomini e alle donne in Africa di essere pienamente Africani e pienamente Cristiani. Il Cardinale Polycarp Pengo, Membro del Pontificio Consiglio della Cultura e Presidente del SECAM, ha tenuto la relazione conclusiva sul tema: 'La Chiesa, famiglia di Dio, e la risposta alle sfide poste dalla diffusione di modelli culturali estranei alle culture africane". "Ha ospitato l'Incontro il Centro Culturale Cattolico Bagamoyo dei Padri Spiritati. Bagamoyo, che in Swahili significa deponi il tuo cuore, è stato uno dei maggiori porti per il commercio degli schiavi che partivano dall'Africa Centrale e Orientale e venivano dirottati ai mercati di Zanzibar. Centinaia di migliaia di persone venivano catturate nelle zone interne del continente e poi imbarcate da questo porto. Nel 1868 è stata aperta una missione per persone scampate dai commercianti di schiavi o riscattate dagli stessi missionari. Nello scegliere il tema gli organizzatori non ignorano il fatto che la secolarizzazione comporta una forma di schiavitù moderna, non meno opprimente o meno lesiva della dignità della persona umana, rispetto alla schiavitù del passato". "La Chiesa" – conclude il Comunicato – "è consapevole della fondamentale dimensione culturale di uno sviluppo sostenibile, indispensabile per il futuro del continente Africano".

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