Nel terzo secolo dobbiamo ancora assistere a un odio assurdo

Anche quest’anno, come ogni anno, Luisa Giaquinto ha tenuto fede al suo appuntamento: trascorrere una parte delle vacanze a Bellona, in compagnia dei genitori e delle amiche d’infanzia. Era ritornata da Villafranca di Verona dove risiede con il marito Pietro Rossi e tre figli. A chi le chiede notizie sulla vita al nord Luisa risponde: “Abito a Villafranca di Verona da 15 anni, ho poche amicizie e la ragione è del tutto comprensibile: quando chiedono le mie origini, di cui sono orgogliosa, noto gesti di insofferenza e sguardi di disappunto. Ho la sensazione di vivere tra gente straniera che crede di essere migliore di noi del Sud. Gente che, dell’erba, fa tutto un fascio! Eppure, continua Luisa, mostro sempre tanta cordialità, buona educazione e massimo rispetto per tutti. Quando mi sento chiedere: “Da dove viene, signora ? ”, avverto uno strano imbarazzo e, se potessi, risponderei: “Vengo da Firenze”, ma non posso perché si avverte che il mio italiano ha le indistinguibili inflessioni del Sud, precisamente della Campania. La scorsa settimana ero in un negozio di tabacchi ed un signore, sentendomi parlare, cominciò ad inveire affermando che egli odiava “la gente del Sud”, come ci definiva, e che al Sud sono tutti ladri. “Gli risposi, continua Luisa, di essere contenta di vivere al Nord, tra tutti voi, che credete di essere onesti, civili e rispettosi del prossimo!” “Il proprietario del negozio, originario del Sud, non sapeva che cosa rispondere, continua Luisa. Cercai di calmare il signore che si scagliava contro noi del Sud, spiegandogli che, alla fine, tutto il mondo è paese. Ma tutto fu inutile! Dalle sue parole traspariva un odio a dir poco violento. Gli ricordai ciò che il Sud ha dato all’Italia nell’arte, nella scienza, nella musica e nella letteratura, ma egli si agitava sempre di più. Costui è nativo di Villafranca di Verona, il suo nome è Gabriele Parenelli, una persona interessata solo a spillare soldi ai poveri italiani del Sud, ai quali affitta due stanze con bagno, umide e anguste, che egli osa definire “appartamenti”, chiedendo somme da strozzino e affermando il falso nell’annuale dichiarazione dei redditi. Quando accadono tali incontri-scontri avverto un indicibile scoramento e, se mio marito riuscisse ad ottenere un lavoro al Sud, ritornerei volentieri tra i miei corregionali!  Spesso mi chiedo: “E’ mai possibile che quelli del Nord siano convinti di avere tanti pregi e noi del Sud tanti difetti? Mi auguro di ritornare, un giorno, nella mia terra d’origine dove potrò vivere il resto della mia vita lontana da ogni pregiudizio, da ogni razzismo e sentirmi più serena e felice insieme ai miei cari. Io e mio marito stiamo facendo una brutta esperienza che non dimenticheremo mai e ci rendiamo conto come è amaro vivere tra gente che ti considera straniero, solo perché vieni dal Sud”. Conclude Luisa mostrando un profondo scoramento.

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