Beni del Clan, si allarga lo scandalo

Dal Comitato Anticamorra di Pignataro Maggiore riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa: “Beni dei clan a Pignataro Maggiore, si allarga lo scandalo: ora il comune tenta di scaricare il complice consorzio icaro. Nonostante le gravissime responsabilità per lo scandalo della mancata utilizzazione dei beni confiscati ai clan a fini sociali e di ripristino della legalità, il Consorzio di cooperative sociali Icaro è stato sempre difeso a spada tratta dalla complice Amministrazione comunale di Pignataro Maggiore, con in testa il sindaco Giorgio Magliocca e l’assessore ai lavori pubblici e alla sicurezza Giovanni Magliocca. L’assessore Giovanni Magliocca, in particolare, diffuse in data 6 maggio 2008 il seguente comunicato, qui riportato nella versione integrale pubblicata dalla testata giornalistica online www.comunedipignataro.it (editore Pietro Ricciardi):  "Il ronzio della opposizione, di certo non può offuscare, sui beni confiscati, l’impegno duraturo e proficuo dall’Amministrazione di centro-destra svoltosi nelle sedi più disparate, da quelle Ministeriali di Roma a quelle Regionali di Napoli, fino a quelle Prefettizie della Provincia di Caserta. Atti di coraggio e di viscerale amore per la propria cittadina. Di fronte ai quali non brillano sicuramente la miserabile linea di condotta di contrasto alla delinquenza, troppo timida, paurosa e collusa della sinistra e centro-sinistra storica di Pignataro. Infatti, la nostra ferrea e testarda volontà progettuale estrinsecatasi in un complesso lavoro svolto in concorso con i tanti organi Istituzionali, tesi a pianificare il riutilizzo dei beni confiscati alla camorra ha dato i propri frutti. Ben 830 mila euro vanno a realizzare quanto da noi progettato, i lavori sono tutti in dirittura d’arrivo, contrariamente a quanto di disfunzione amministrativa si voleva a noi addebitare da parte di qualche “masaniello d’occasione”, che volutamente dimentica che qualche di lui “sinistro” referente elettorale, sciolto per palese soggezione al parentado criminoso non aveva avuto il coraggio di confiscare i beni. Campicchiando, per regalarci, quella si che è stata una vergogna, tutta comunista!!! uno scioglimento per collegamento diretto e indiretto con la malavita organizzata. Egregio compagno questo non lo dimenticare mai perché su Pignataro quella vergogna pesa ancora. Altro che vergogna per la non coltura dei terreni, per i quali pure ci stiamo attrezzando con idee rivoluzionarie circa il controllo satellitare dei beni confiscati, e pure ci stiamo preparando alla evenienza, così come successo per i rifiuti con la patrimoniale. Fermo restando che l’Associazione Icaro affidataria dei beni Nuvoletta e Ligato, con grande impegno, coraggio e investimenti di danaro stanno arando i cento moggi di Torre dell’Ortello per la coltivazione prima del grano, arando il terreno, bloccato in tale operazioni da intimidazioni regolarmente denunciate, adesso per i girasoli per il cui lavoro nonostante essere stati di nuovo intimiditi, l’associazione Icaro ha provveduto all’acquisto di mezzi propri, per proseguire nel lavoro stabilito. Tutto quanto messo in atto da Icaro per noi ha senso; non lo ha invece per chi ha la pretesa, per un atto simbolico, dimostrare che la camorra gli consentirebbe di produrre durevolmente i terreni. Sarebbe bello convenire in questa logica, saremmo capaci anche di stabilirci tutti in pianta stabile a Torre dell’Ortello, ma la realtà non è così, perciò, svegliati, scendi dalle nuvole, accetta la realtà, pure noi abbiamo coltivato ortaggi, come il grano seminato, ma era una piccola parte del terreno, non fastidiosa ai disegni della camorra, sempre intenzionata ad impossessarsene, anche per vie indirette. Il nostro disegno, invece, è quello di ridare nella pienezza del possesso una risorsa agricola, oltre che alle famiglie disagiate all’intera comunità, poiché il giorno cui tutto procederà secondo i canoni della legalità, significa che ci sarà meno camorra e più occupazione. É questo il senso della nostra battaglia. Le boutade narcisistiche non servono, finiscono il giorno dopo. La vera battaglia è quella di goderci il nostro territorio contro tutte le camorre, accomunando i cittadini in un unico sogno che è quello di sentirsi liberi e sicuri.  Quindi sarebbe opportuno tirare fuori idee e buoni propositi, capire la normativa sui beni confiscati, sperando nella bontà delle scelte, senza recondite finalità. Per il resto abbiamo la presunzione di rispondere alle “allusioni” su qualche nostra colpevolezza, che certi abiti sono stati sempre della sinistra tua appartenenza politica e mai nostri, per questo sentiamo di gridare dai tetti la nostra verità. Quest’amministrazione si è sempre distinta per la sua avversione alla camorra per mentalità e cultura; altri Sindaci e vicesindaci delle amministrazioni degli anni 80, presi dal panico, scappavano per non abbattere qualche piscina abusiva, come altri sindaci dal 94 al 2000, colludevano col parentado camorrista. Noi alla camorra abbiamo confiscato immobili e 200 moggi di terreno. Ribadiamo ancora che quest’Amministrazione è un presidio militare, i cui amministratori, non hanno avuto paura ieri, quando la potenza dei clan la si avvertiva a livello epidermico, figuriamoci oggi che la Polizia, I Carabinieri, la Magistratura hanno decapitato i potenti e sanguinari clan della camorra locale. Non ci lasciamo intimidire da nessun tipo di delinquenza, da quella spicciola, straccione e camorrista; neanche ci impressionano le allusioni, le fandonie e i miraggi dei poveri scrivomani locali”. Fin qui una delle tante sortite pro-Icaro dell’assessore competente e dell’Amministrazione comunale. Poi il colpo di scena, con il comunicato del 2 settembre 2008 dello stesso assessore Giovanni Magliocca, pubblicato da www.comunedipignataro.it, con il titolo: “L’assessore Magliocca vuole togliere i beni confiscati ad Icaro”. Ecco il testo integrale dell’articolo stavolta anti-Icaro pubblicato dalla testata giornalistica online:  “Riceviamo – dall'assessore Giovanni Magliocca – una lettera aperta indirizzata all'associazione Icaro, affidataria dei beni confiscati ai clan pignataresi in località Arianova. Nella lettera l'assessore Magliocca ipotizza una gestione diretta dei terreni da parte dell'Ente, ed una "estromissione" di Icaro dal progetto. Riportiamo di seguito il testo integrale della lettera fattaci pervenire dall'assessore Magliocca: "Sui beni confiscati la nostra, quella di questa Amministrazione è stata una grande storia di rischi e coraggio, non facilmente rinvenibile nei comportamenti dei tanti referenti di Associazioni ed Amministratori di ieri e di oggi. Infatti possiamo vantare di aver portato a termine progetti e lavori con gravi difficoltà iniziali, dato le resistenze di proprietari e affittuari dei beni della camorra, esplicitatosi nella ostilità fisica e azioni legali, con anche relative spese a carico del Comune. Per questo, forse, sentiamo nostro questo patrimonio, a differenza delle Associazioni che lo vedono più come bene finalizzato a budget di cura e quanto di assistenza possa derivare al recupero dei tossicodipendenti o malati mentali. Noi, invece, crediamo che questi terreni, se coltivati, possono diventare una risorsa di lavoro e reddito non solo per gli svantaggiati ma per i tanti disoccupati. Proviamo, quindi, un certo rammarico assistere alla parziale coltura di terreni, che hanno una grande potenzialità di ricchezza, da parte di associazioni che non danno nessun apporto al nostro territorio e che oltremodo mirano ad esautorarci dalla nostra proprietà. Allora ripensiamo ai nostri sforzi profusi, alle ansie, alle preoccupazioni nostre e dei nostri familiari. Soprattutto perché non è stato facile, aver operato la confisca dei Beni ai più potenti clan della camorra. Basti pensare alle proprietà dei Nuvoletta in particolare quella di Torre dell’Ortello. Sulle quali i contatti con gli affittuari furono diretti e di contrasto perché si opponevano alla Ordinanza di sgombero del Sindaco. Eppure non esitammo, in concerto con polizia carabinieri e vigili procedemmo all’immissione in possesso dei beni al Comune da Noi rappresentato. Solo in seguito procedevamo al verbale di consegna ad Icaro, rimanendo in contenzioso con gli affittuari che ci denunciavano per abuso di potere e mancata raccolta delle angurie. Eravamo lo Stato, stavamo nel giusto e lo abbiamo fatto. Non ci siamo limitati a questi atti e quando sono nate difficoltà nella coltura, per disturbi a terzisti da parte della delinquenza, così come denunciato da Icaro, abbiamo presenziato con delle manifestazioni sul terreno, e qualche volta partecipato direttamente alla identificazione di soggetti che coltivavano frutteti assegnati ad Icaro stesso. In altre occasioni trovato qualche coraggioso terzista e indicato, persino, chi ha avuto il coraggio di pernottare nei momenti più difficili della confisca, sostenendolo nelle buie serate con la nostra presenza. Tutti abbiamo avvertito le difficoltà di una confisca fatta ad uno dei più potenti clan della zona, ma siamo andati avanti, elaborando progetti, realizzando le opere anche con quote partecipative di denaro comunale. Abbiamo realizzato un’ azienda moderna di grande qualità definitivamente ristrutturata per la fine del mese. A fronte, però, di questo nostro grande coraggio, constatiamo una coltura del terreno lenta e parziale, per quanti sforzi facciano i malati, e le associazioni del volontariato di Icaro; il 60% del terreno rimane incolto, creando qualche problema a questa Amministrazione, circa la sua potestà di vigilanza e controllo, Infatti, non sono state di poco conto le accuse strumentali di omesso controllo lanciate dai nostri oppositori e giornalisti a loro compiacenti, dal momento che carabinieri, finanza e polizia ci hanno fatto visita per accertare la bontà dei nostri controlli, fortunatamente finora risultati impeccabili e regolari. Tutto questo alle associazioni può non interessare, ma a noi da fastidio e quindi riteniamo che Icaro invece di liberarsi dell’unico nostro referente di diretto controllo quale il custode, pensasse a rimboccarsi le maniche, cercando soluzioni produttive all’intero comparto dei cento moggi, trovando idee produttive ed integrative alla assistenza, in raccordo con l’amministrazione, come anzitempo detto, perché noi non abbiamo alcuna intenzione, dopo tanto ardire, di sentirci stranieri in casa nostra. Anzi crediamo di dover rivedere questo rapporto, in quanto accarezziamo l’idea di una soluzione Istituzionale diretta della gestione dei beni confiscati alla camorra. I presupposti ci sono dal momento che i progetti sono definiti, l’azienda ristrutturata è pronta e le cento moggia possono diventare una opportunità di lavoro e reddito per i cittadini disagiati di Pignataro. Riteniamo limitate le soluzioni assistenziali, vogliamo fare di questo grande bene un riferimento Istituzionale, sede di un assessorato ai beni confiscati con postazione a controllo satellitare di tutti i beni confiscati di nostra pertinenza, nonché una sede sociale di una cooperativa agricola". Tanto premesso e narrato, vogliano i consiglieri comunali di Pignataro Maggiore, il Prefetto e il Ministro dell’Interno valutare ad ogni buon fine il repentino e radicale mutamento di opinione dell’Amministrazione comunale, e in particolare dell’assessore competente Giovanni Magliocca, sul Consorzio Icaro. Tanto più che tutti i beni confiscati alla cosca mafiosa Lubrano-Nuvoletta-Ligato (compresi quelli assegnati ad “Acli Terra” e a “Mondotondo”) sono rimasti sotto il tallone della camorra; e qualche appalto del Comune di Pignataro Maggiore per i relativi lavori è finito nel mirino di imprese edili collegate al “clan dei casalesi”.

Condividi questo articolo qui:
Stampa questo post Stampa questo post