Notizie dal Vaticano di lunedì 15 luglio 2008.
Sommario viaggio apostolico in Francia: Incontro Conferenza Episcopale Francese – Processione
Eucaristica: proclamare meraviglie di Dio – Presenza Cristo rompe isolamento provocato dolore – Chiesa sia come lievito nella pasta per indicare chi è Dio!
INCONTRO CONFERENZA EPISCOPALE FRANCESE
CITTA' DEL VATICANO, 14 SET. 2008 (VIS). Alle 17:15 di oggi pomeriggio ha
avuto luogo l'incontro del Santo Padre Benedetto XVI con i Vescovi francesi
presso l'Hémicycle Ste Bernadette di Lourdes.
"È la prima volta dall'inizio del mio Pontificato" – ha detto il Santo
Padre all'inizio del suo discorso – "che ho la gioia di incontrarvi tutti
insieme".
"Vi esprimo tutto il mio apprezzamento per questo dono delle vostre
persone: nonostante l'ampiezza del compito, che ne sottolinea l'onore –
honor, onus! – voi adempite con fedeltà e umiltà il triplice vostro compito,
nei confronti del gregge che vi è affidato, di insegnare, governare,
santificare".
"Voi siete giustamente convinti che per far crescere in ogni battezzato il
gusto di Dio e la comprensione del senso della vita, la catechesi riveste
un'importanza fondamentale. I due strumenti principali di cui disponete, il
Catechismo della Chiesa Cattolica e il Catechismo dei Vescovi di Francia,
costituiscono strumenti preziosi. Offrono infatti una sintesi armoniosa
della fede cattolica e consentono di annunciare il Vangelo con fedeltà reale
alla sua ricchezza. La catechesi non è innanzitutto una questione di metodo,
ma di contenuto"-
"Una accurata preparazione dei catechisti" – ha proseguito il Pontefice –
"consentirà la trasmissione integrale della fede, secondo l'esempio di San
Paolo, il più grande catechista di tutti i tempi, al quale guardiamo con
un'ammirazione particolare in questo bimillenario della sua nascita".
"Per realizzare efficacemente questo compito, voi avete bisogno di
collaboratori. Per questo motivo le vocazioni sacerdotali e religiose
meritano più che mai di essere incoraggiate. (…) Vorrei ringraziare
calorosamente e incoraggiare tutte le famiglie, tutte le parrocchie, tutte
le comunità cristiane e tutti i Movimenti di Chiesa, che sono il terreno
fertile capace di dare il buon frutto (cfr Mt 13, 8) delle vocazioni".
"Non si ripeterà mai abbastanza" – ha ribadito il Pontefice – "che il
sacerdozio è indispensabile alla Chiesa, nell'interesse dello stesso
laicato. I sacerdoti sono un dono di Dio per la Chiesa. I sacerdoti non
possono delegare le loro funzioni ai fedeli in ciò che concerne i loro
propri compiti. (…). La loro vita spirituale è il fondamento della loro
vita apostolica. Li esorterete pertanto con dolcezza alla preghiera
quotidiana e alla degna celebrazione dei Sacramenti, soprattutto
dell'Eucaristia e della Riconciliazione".
"Ogni sacerdote deve potersi sentire felice di servire la Chiesa. Alla
scuola del Curato d'Ars, figlio della vostra Terra e patrono di tutti i
parroci del mondo, non cessate di ridire che un uomo non può far nulla di
più grande che donare ai fedeli il Corpo e il Sangue di Cristo e perdonare i
peccati. Cercate di essere attenti alla loro formazione umana, intellettuale
e spirituale, come anche ai loro mezzi di sussistenza".
"Il culto liturgico è l'espressione più alta della vita sacerdotale ed
episcopale, come anche dell'insegnamento catechetico. (…) Nel 'Motu
proprio' Summorum Pontificum sono stato portato a precisare le condizioni di
esercizio di tale compito, in ciò che concerne la possibilità di usare tanto
il Messale del Beato Giovanni XXIII (1962) quanto quello del Papa Paolo VI
(1970). Alcuni frutti di queste nuove disposizioni si sono già manifestati,
e io spero che l'indispensabile pacificazione degli spiriti sia, per grazia
di Dio, in via di realizzarsi. Misuro le difficoltà che voi incontrate, ma
non dubito che potrete giungere, in tempi ragionevoli, a soluzioni
soddisfacenti per tutti, così che la tunica senza cuciture del Cristo non si
strappi ulteriormente. Nessuno è di troppo nella Chiesa. Ciascuno, senza
eccezioni, in essa deve potersi sentire 'a casa sua', e mai rifiutato".
"Vi è un problema che appare dappertutto di una particolare urgenza: è la
situazione della famiglia" – ha sottolineato il Papa – Sappiamo che la
coppia e la famiglia affrontano oggi delle vere burrasche. (…) Da vari
decenni le leggi hanno relativizzato in molti Paesi la sua natura di cellula
primordiale della società. Spesso le leggi cercano più di adattarsi ai
costumi e alle rivendicazioni di particolari individui o gruppi, che non di
promuovere il bene comune della società".
"L'unione stabile di un uomo e di una donna, ordinata alla edificazione di
un benessere terreno, grazie alla nascita di bambini donati da Dio, non è
più, nella mente di certuni, il modello a cui l'impegno coniugale mira.
Tuttavia l'esperienza insegna che la famiglia è lo zoccolo solido sul quale
poggia l'intera società. Di più, il cristiano sa che la famiglia è anche la
cellula viva della Chiesa. Più la famiglia sarà imbevuta dello spirito e dei
valori del Vangelo, più la Chiesa stessa ne sarà arricchita e risponderà
meglio alla sua vocazione".
"Una questione particolarmente dolorosa" – ha ricordato il Pontefice – " è
quella dei divorziati risposati. La Chiesa, che non può opporsi alla volontà
di Cristo, conserva con fedeltà il principio dell'indissolubilità del
matrimonio, pur circondando del più grande affetto gli uomini e le donne
che, per ragioni diverse, non giungono a rispettarlo. Non si possono dunque
ammettere le iniziative che mirano a benedire le unioni illegittime".
"I giovani, lo so bene cari Fratelli, sono al centro delle vostre
preoccupazioni. Voi dedicate loro molto tempo, e avete ragione. (…) Nel
corso del suo primo viaggio in Francia, il mio venerato Predecessore rivolse
ai giovani del vostro Paese un discorso che non ha perduto nulla della sua
attualità e che ricevette allora un'accoglienza di indimenticabile calore.
'La permissività morale non rende l'uomo felice", proclamò Giovanni Paolo II
nel Parco dei Principi sotto un uragano d'applausi'. Prego lo Spirito Santo
di voler parlare al cuore di tutti i fedeli e, più generalmente, di tutti i
vostri compatrioti, per dare loro – o per loro restituire – il gusto di una
vita condotta secondo i criteri di una vera felicità".
"Porre in evidenza le radici cristiane della Francia" – ha sottolineato
Benedetto XVI – "permetterà ad ogni abitante di questo Paese di meglio
comprendere da dove egli venga e dove egli vada. Di conseguenza, nel quadro
istituzionale esistente e nel massimo rispetto delle Leggi in vigore,
occorrerebbe trovare una strada nuova per interpretare e vivere nel
quotidiano i valori fondamentali sui quali si è costruita l'identità della
Nazione. Il vostro Presidente" – ha ricordato ai Presuli – "ne ha evocato
la possibilità".
"La Chiesa non rivendica per sé il posto dello Stato. Essa non vuole
sostituirglisi. ? infatti una società basata su convinzioni, che si sente
responsabile dell'insieme e non può limitarsi a se stessa. Essa parla con
libertà e dialoga con altrettanta libertà nel desiderio di giungere alla
edificazione della libertà comune. Grazie ad una sana collaborazione tra la
Comunità politica e la Chiesa, realizzata nella consapevolezza e nel
rispetto dell'indipendenza e dell'autonomia di ciascuna nel proprio campo,
si rende all'uomo un servizio che mira al suo pieno sviluppo personale e
sociale".
"L'obiettivo dei dialoghi ecumenico e interreligioso, (…), è la ricerca
e l'approfondimento della Verità. (…) La costruzione di ponti tra le
grandi tradizioni ecclesiali cristiane e il dialogo con le altre tradizioni
religiose esigono un reale impegno di conoscenza reciproca, perché
l'ignoranza distrugge più che costruire. (…). Certo, è necessario seguire
con attenzione le diverse iniziative intraprese e discernere quelle che
favoriscono la conoscenza e il rispetto reciproci, così come la promozione
del dialogo, ed evitare quelle che conducono in vicoli ciechi. La buona
volontà non basta. Sono convinto che convenga cominciare con l'ascolto, per
poi passare alla discussione teologica ed arrivare infine alla testimonianza
e all'annuncio della fede stessa ".
"Ora, è soprattutto per una vera liberazione spirituale che conviene
lavorare. L'uomo ha sempre bisogno di essere liberato dalle sue paure e dai
suoi peccati. L'uomo deve senza sosta imparare o re-imparare che Dio non è
suo nemico, ma suo Creatore pieno di bontà. L'uomo ha bisogno di sapere che
la sua vita ha un senso e che egli è atteso, al termine della sua permanenza
sulla terra, a prendere parte senza fine alla gloria di Cristo nei cieli.
Vostra missione è di condurre la porzione di Popolo di Dio affidata alle
vostre cure a riconoscere questo termine glorioso".
PV-FRANCIA/VESCOVI/LOURDES VIS 080915 (1310)
PROCESSIONE EUCARISTICA: PROCLAMARE MERAVIGLIE DI DIO
CITTA' DEL VATICANO, 14 SET. 2008 (VIS). Alle 18:30 di oggi pomeriggio, il
Santo Padre, vestito dei paramenti liturgici, ha partecipato dal podio alla
parte finale della Processione Eucaristica nella Prairie di Lourdes.
Dopo l'Adorazione del Santissimo Sacramento, il Papa ha recitato una
preghiera.
"Signore Gesù, Tu sei qui! E voi, miei fratelli, mie sorelle, miei amici,
voi pure siete qui, con me, davanti a Lui!"
"Noi Lo contempliamo. Noi L'adoriamo. Noi L'amiamo. E cerchiamo di amarLo
di più".
"Noi adoriamo Colui che è all'inizio e alla fine della nostra fede, Colui
senza il quale noi non saremmo qui stasera. Colui senza il quale noi non ci
saremmo per nulla. Colui senza il quale nulla vi sarebbe, nulla,
assolutamente nulla! Lui, per mezzo del quale 'tutto è stato fatto' (Gv
1,3), Lui nel quale noi siamo stati creati, per l'eternità, Lui che ci ha
donato il suo Corpo e il suo Sangue, Lui è qui, questa sera, davanti a noi,
offerto ai nostri sguardi".
"Sia che camminiamo o siamo inchiodati su di un letto di dolore – che
camminiamo nella gioia o siamo nel deserto dell'anima (cfr Num 21,5),
Signore, prendici tutti nel tuo Amore: nell'amore infinito, che è
eternamente quello del Padre per il Figlio e del Figlio per il Padre, quello
del Padre e del Figlio per lo Spirito e dello Spirito per il Padre e per il
Figlio".
"L'Ostia Santa, esposta ai nostri occhi, dice questa potenza infinita
dell'Amore manifestata sulla Croce gloriosa. L'Ostia Santa ci dice
l'incredibi¬le abbassamento di Colui che si è fatto povero per farci ricchi
di Sé, Colui che ha accettato di perdere tutto per guadagnarci al Padre suo.
L'Ostia Santa è il Sacramento vivo ed efficace della presenza eterna del
Salvatore degli uomini alla sua Chiesa".
"Maria, la Vergine santa, Maria, l'Immacolata Concezione, ha accettato,
duemila anni or sono, di donare tutto, di offrire il suo corpo per
accogliere il Corpo del Creatore. Tutto è venuto da Cristo, anche Maria;
tutto è venuto mediante Maria, lo stesso Cristo".
"Maria, la Vergine santa, è con noi questa sera, davanti al Corpo del
Figlio suo, centocin¬quant'anni dopo essersi rivelata alla piccola
Bernadette".
"Vergine santa, aiutaci a contemplare, aiutaci ad adorare, aiutaci ad
amare, ad amare di più Colui che ci ha tanto amato, per vivere eternamente
con Lui".
"Una folla immensa di testimoni è invisibilmente presente accanto a noi,
vicino a questa grotta benedetta e davanti a questa chiesa voluta dalla
Vergine Maria; la folla di tutti gli uomini e di tutte le donne che hanno
contemplato, venerato, adorato la presenza reale di Colui che si è donato a
noi fino all'ultima goccia di sangue; la folla degli uomini e delle donne
che hanno passato ore ad adorarLo nel Santissimo Sacramento dell'altare".
"Questa sera, noi non li vediamo, ma li sentiamo dire a ciascuno e a
ciascuna di noi: 'Vieni, lasciati attrarre dal Maestro! Egli è qui e ti
chiama! (cfr Gv 11,28). Egli vuol prendere la tua vita e unirla alla sua.
Lasciati afferrare da Lui! Non guardare più alle tue ferite, guarda alle
sue. Non guardare ciò che ti separa ancora da Lui e dagli altri; guarda
l'infinita distanza che Egli ha cancellato nell'assumere la tua carne, nel
salire sulla Croce che gli hanno preparato gli uomini e nel lasciarsi
mandare a morte per mostrarti il suo amore. Nelle sue ferite Egli ti
accoglie; nelle sue ferite Egli ti nasconde. Non rifiutarti al suo amore!".
"La folla immensa di testimoni che si è lasciata afferrare dal suo amore è
la folla dei santi del cielo che non cessano di intercedere per noi. Erano
peccatori e lo sapevano, ma hanno accettato di non guardare le loro ferite,
di non guardare ormai che le ferite del loro Signore, per scoprirvi la
gloria della Croce, per scoprirvi la vittoria della Vita sulla morte".
"Gesù Cristo passato, nella verità storica della sera nel cenacolo, ove ci
conduce ogni celebrazione della santa Messa".
"Gesù Cristo presente, perché Egli ci dice: 'Prendete e mangiatene tutti,
questo è il mio corpo, questo è il mio sangue'. 'Questo è', al presente, qui
e ora, come in tutti i 'qui e ora' della storia umana".
"L'Eucaristia è anche Gesù Cristo futuro, il Gesù Cristo che verrà. Quando
contempliamo l'Ostia Santa, il suo Corpo di gloria trasfigurato e risorto,
contempliamo ciò che contempleremo nell'eternità, scoprendovi il mondo
intero sostenuto dal suo Creatore in ogni istante della sua storia. Ogni
volta che ce ne cibiamo, ma anche ogni volta che lo contempliamo, noi
l'annuncia¬mo fino a che Egli ritorni: 'donec veniat'. Proprio per questo
noi lo riceviamo con infinito rispetto".
"Alcuni tra noi non possono o non possono ancora riceverLo nel Sacramento,
ma possono contemplarLo con fede e amore, ed esprimere il desiderio di
potersi finalmente unire a Lui. ? un desiderio che ha grande valore davanti
a Dio: essi attendono con maggior ardore il suo ritorno; attendono Gesù
Cristo che deve venire".
"Diletti fratelli e sorelle, pellegrini di un giorno e abitanti di queste
vallate, fratelli Vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose, voi
tutti che vedete davanti ai vostri occhi l'infinito abbassamento del Figlio
di Dio e la gloria infinita della risurrezione, restate in silenzio e
adorate il vostro Signore, il nostro Maestro e Signore Gesù Cristo. Restate
in silenzio, poi parlate e dite al mondo: non possiamo più tacere ciò che
sappiamo. Andate a dire al mondo intero le meraviglie di Dio, presente in
ogni momento delle nostre vite, in ogni luogo della terra. Che Dio ci
benedica e ci protegga, ci conduca sul cammino della vita eterna, Lui che è
la Vita, per i secoli dei secoli. Amen".
Al termine della preghiera il Santo Padre ha raggiunto l'Ermitage St.
Joseph per la cena in privato.
PV-FRANCIA/PREGHIERA:EUCARISTIA/LOURDES VIS 080915 (970)
PRESENZA CRISTO ROMPE ISOLAMENTO PROVOCATO DOLORE
CITTA' DEL VATICANO, 15 SET. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha
preso congedo dall'Ermitage St. Joseph a Lourdes per dirigersi all'Oratoire
de L'Hôpital, quarta tappa del "Cammino del Giubileo", dove il 3 giugno 1858
Bernadette ricevette la Prima Comunione. Nell'antica cappella dell'attuale
ospedale Benedetto XVI si è raccolto in preghiera davanti al Santissimo
Sacramento e ha concluso il percorso di preghiera del pellegrino leggendo la
preghiera della IV ed ultima tappa del "Cammino del Giubileo".
Alle 9:30 Benedetto XVI ha celebrato sul sagrato della Basilica "Notre
Dame du Rosaire" di Lourdes la Santa Messa con i malati nella ricorrenza
liturgica della Beata Vergine Maria Addolorata.
Nella festività di oggi, ha detto il Papa "contempliamo Maria che
condivide la compassione del Figlio per i peccatori. (…) Come per il suo
Figlio Gesù, è possibile affermare che questa sofferenza ha portato anche
lei alla perfezione (cfr Eb 2, 10), così da renderla capace di accogliere la
nuova missione spirituale che il Figlio le affida immediata¬mente prima di
'mettere lo spirito' (cfr Gv 19,30): divenire la Madre di Cristo nelle sue
membra".
"Maria" – ha proseguito il Pontefice – "è oggi nella gioia e nella gloria
della Risurrezione" e "ama ciascuno dei suoi figli, concentrando in
particolare la sua attenzione su coloro che, come il Figlio suo nell'ora
della Passione, sono in preda alla sofferenza; li ama semplicemente perché
sono suoi figli, secondo la volontà di Cristo sulla Croce".
"Sollecitati dalla Parola ispirata della Scrittura, i cristiani da sempre
hanno cercato il sorriso di Nostra Signora, quel sorriso che gli artisti,
nel Medioevo, hanno saputo così prodigiosamente rappresentare e valorizzare.
Questo sorriso di Maria è per tutti: esso tuttavia si indirizza in modo
speciale verso coloro che soffrono, affinché in esso possano trovare
conforto e sollievo".
"Qui a Lourdes, nel corso dell'apparizione del 3 marzo 1858, Bernadette
contemplò in maniera del tutto speciale questo sorriso di Maria. Fu questa
la prima risposta che la Bella Signora diede alla giovane veggente che
voleva conoscere la sua identità. Prima di presentarsi a lei, qualche giorno
dopo, come 'l'Immacolata Concezione', Maria le fece conoscere innanzitutto
il suo sorriso, quasi fosse questa la porta d'accesso più appropriata alla
rivelazione del suo mistero".
"Nel sorriso della più eminente fra tutte le creature" – ha detto ancora
il Papa – "a noi rivolta, si riflette la nostra dignità di figli di Dio, una
dignità che non abbandona mai chi è malato. Quel sorriso, vero riflesso
della tenerezza di Dio, è la sorgente di una speranza invincibile".
"Lo sappiamo purtroppo: la sofferenza prolungata rompe gli equilibri
meglio consolidati di una vita, scuote le più ferme certezze della fiducia e
giunge a volte a far addirittura disperare del senso e del valore della
vita. Vi sono combattimenti che l'uomo non può sostenere da solo, senza
l'aiuto della grazia divina".
"Quando la parola non sa più trovare espressioni adeguate, si afferma il
bisogno di una presenza amorevole: cerchiamo allora la vicinanza non
soltanto di coloro che condividono il nostro stesso sangue o che ci sono
legati con i vincoli dell'amicizia, ma la vicinanza anche di coloro che ci
sono intimi per il legame della fede. Chi potrebbe esserci più intimo di
Cristo e della sua santa Madre, l'Immacolata? Più di chiunque altro, essi
sono capaci di comprenderci e di cogliere la durezza del combattimento
ingaggiato contro il male e la sofferenza".
"Vorrei dire, umilmente, a coloro che soffrono e a coloro che lottano e
sono tentati di voltare le spalle alla vita: volgetevi a Maria! Nel sorriso
della Vergine si trova misteriosamente nascosta la forza per proseguire il
combattimento contro la malattia e in favore della vita. Presso di lei si
trova ugualmente la grazia di accettare senza paura né amarezza il congedo
da questo mondo, nell'ora voluta da Dio".
"Sì, cercare il sorriso della Vergine Maria non è un pio infantilismo; è
l'ispirazione, dice il Salmo 44, di coloro che sono 'i più ricchi del
popolo' (v. 13). 'I più ricchi', s'intende, nell'ordine della fede, coloro
che hanno la maturità spirituale più elevata e sanno per questo riconoscere
la loro debolezza e la loro povertà davanti a Dio".
"Il sorriso di Maria è una sorgente di acqua viva. 'Chi crede in me, ha
detto Gesù, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno' (Gv 7,38). Maria è
colei che ha creduto e, dal suo seno, sono sgorgati fiumi d'acqua viva che
vengono ad irrigare la storia degli uomini. (…) Dal suo cuore di credente
e di madre sgorga un'acqua viva che purifica e guarisce. (…) Immergendosi
nelle piscine di Lourdes, quanti sono coloro che hanno scoperto e
sperimentato la dolce maternità della Vergine Maria, attaccandosi a lei per
meglio attaccarsi al Signore!".
"Cristo dispensa la sua salvezza attraverso i Sacramenti e, in modo
speciale, alle persone che soffrono di malattie o che sono portatrici di un
handicap, attraverso la grazia dell'Unzione degli infermi. Per ciascuno la
sofferenza è sempre una straniera. La sua presenza non è mai
addomesticabile. Per questo è difficile sopportarla, e più difficile ancora
– come hanno fatto certi grandi testimoni della santità di Cristo –
accoglierla come parte integrante della propria vocazione, o accettare,
secondo l'espressione di Bernadette, di 'tutto soffrire in silenzio per
piacere a Gesù'".
"Senza l'aiuto del Signore, il giogo della malattia e della sofferenza è
crudelmente pesante" – ha sottolineato il Pontefice – "Nel ricevere il
Sacramento dei malati, noi non desideriamo portare altro giogo che quello di
Cristo, forti della promessa che Egli ci ha fatto, che cioè il suo giogo
sarà facile da portare e il suo peso leggero".
"Il Concilio Vaticano II ha presentato Maria come la figura nella quale è
riassunto tutto il mistero della Chiesa (cfr LG, 63-65). La sua vicenda
personale ripropone il profilo della Chiesa, che è invitata ad essere
attenta quanto lei alle persone che soffrono".
"Rivolgo un saluto affettuoso ai componenti del Servizio sanitario e
infermieristico, come pure a tutte le persone che, a titoli diversi, negli
ospedali e in altre istituzioni, contribuiscono alla cura dei malati con
competenza e generosità. Ugualmente al personale di accoglienza, ai
barellieri e agli accompagnatori che, provenendo da tutte le diocesi di
Francia ed anche da più lontano, si prodigano lungo tutto l'anno intorno ai
malati che vengono in pellegrinaggio a Lourdes, vorrei dire quanto il loro
servizio è prezioso. Essi sono le braccia della Chiesa, umile serva".
"Concludendo, desidero unirmi alla preghiera dei pellegrini e dei malati e
riprendere insieme con voi uno stralcio della preghiera a Maria per la
celebrazione di questo Giubileo:
"Poiché tu sei il sorriso di Dio, il riflesso della luce di Cristo, la
dimora dello Spirito Santo, poiché tu hai scelto Bernadette nella sua
miseria, tu che sei la stella del mattino, la porta del cielo e la prima
creatura risorta, Nostra Signora di Lourdes, con i nostri fratelli e le
nostre sorelle i cui cuori e i cui corpi sono dolenti, noi ti preghiamo!".
Conclusa la Celebrazione Eucaristica, alle 11:45 il Papa si è recato allo
Stadio Antoine Béguère e in elicottero si è diretto all'aeroporto di
Tarbes-Lourdes-Pyrénées, giungendovi alle 12:30.
PV-FRANCIA/MESSA MALATI/LOURDES VIS 080915 (1180)
CHIESA SIA COME LIEVITO NELLA PASTA PER INDICARE CHI ? DIO!
CITTA' DEL VATICANO, 15 SET. 2008 (VIS). Al termine della Celebrazione
Eucaristica con i malati, il Papa si è diretto all'aeroporto di
Tarbes-Lourdes-Pyrénèes per la cerimonia di congedo.
Il Papa è stato accolto dal Primo Ministro francese, Signor François
Fillon. Erano anche presenti Autorità politiche e civili, i Vescovi della
Regione Midi-Pyrénées, il Presidente, il Vicepresidente e il Segretario
Generale della Conferenza Episcopale francese.
"Vi sono molto grato per essere venuti a salutarmi" – ha detto Benedetto
XVI – rivolgendosi alle Autorità civili e militari, ai Vescovi, alle Forze
dell'Ordine e agli "innumerevoli volontari che hanno messo a disposizione il
loro tempo e la loro competenza. Tutti hanno lavorato con dedizione e
slancio per la buona riuscita dei miei quattro giorni nel vostro Paese.
Grazie di cuore".
"Il mio viaggio" – ha proseguito il Pontefice – "è stato come un dittico,
il cui primo pannello è stata Parigi, città che io conosco bene e luogo di
molteplici incontri importanti. Ho avuto l'opportunità di celebrare
l'Eucaristia nel contesto prestigioso della Esplanade des Invalides. Vi ho
incontrato un popolo vivo di fedeli, fieri e forti della loro fede, che sono
venuto ad incoraggiare perché perseverino decisamente nel vivere gli
insegnamenti di Cristo e della sua Chiesa".
"Ho potuto anche celebrare i Vespri con i sacerdoti, con i religiosi e le
religiose e con i seminaristi" – ha ricordato il Pontefice – "Ho voluto
confermarli nella loro vocazione al servizio di Dio e del prossimo".
"Come non ricordare" – ha aggiunto il Papa – "anche il prestigioso
incontro con il mondo della cultura presso l'Institut de France e il Collège
des Bernardins? Come sapete, io ritengo che la cultura e i suoi interpreti
siano un tramite privilegiato nel dialogo tra la fede e la ragione, tra Dio
e l'uomo".
"Il secondo pannello del dittico è stato un luogo emblematico" – ha detto
ancora il Pontefice – "che attira ed affascina ogni credente: Lourdes è come
una luce nell'oscurità del nostro brancolare verso Dio. Maria vi ha aperto
una porta verso un al-di-là che ci interroga e ci seduce".
"Il Papa aveva il dovere di venire a Lourdes per celebrarvi il 150°
anniversario delle Apparizioni. Davanti alla Grotta di Massabielle ho
pregato per tutti voi. Ho pregato per la Chiesa. Ho pregato per la Francia e
per il mondo".
"Le due Eucaristie celebrate a Lourdes mi hanno permesso di unirmi ai
fedeli pellegrini. Divenuto uno di loro, ho seguito l'insieme delle quattro
tappe del cammino del Giubileo, visitando la chiesa parrocchiale, poi il
'Cachot' e la Grotta, e infine la cappella all''Oratoire de l'Hôpital'. Ho
anche pregato con e per i malati che vengono a cercare sollievo fisico e
speranza spirituale. Dio non li dimentica, e la Chiesa neppure. Come ogni
fedele in pellegrinaggio, ho voluto partecipare alla processione 'aux
flambeaux' e alla processione eucaristica. Esse fanno salire verso Dio
suppliche e lodi".
"Ho voluto" – ha detto il Papa – "condividere" con i Vescovi della Francia
"la mia convinzione che i tempi siano favorevoli a un ritorno a Dio".
"Che Dio benedica la Francia! Che sul suo suolo regni l'armonia e il
progresso umano e che la Chiesa vi sia come lievito nella pasta per indicare
con saggezza e senza timore, secondo il suo dovere, chi è Dio!".
"È giunto il momento di lasciarvi" – ha detto infine il Papa – "Potrò
tornare ancora nel vostro bel Paese? Ne ho il desiderio, un desiderio
tuttavia che affido a Dio. Da Roma vi resterò vicino e quando sosterò
davanti alla riproduzione della Grotta di Lourdes, che da oltre un secolo si
trova nei Giardini Vaticani, penserò a voi. Che Dio vi benedica!".
L'aereo papale è partito alle 13:00 e alle 15:15 è previsto l'atterraggio
all'aeroporto di Roma-Ciampino, da dove il Papa raggiungerà la Residenza
estiva di Castel Gandolfo.
PV-FRANCIA/CERIMONIA CONGEDO/LOURDES VIS 080915 (840)
Per ulteriori informazioni e per la ricerca di documenti consultare il
sito: www.vatican.va