Alvignano – Caiazzo, aghi della bilancia provinciale. In attesa del Consiglio, riconvocato per vener
Dipende dalla posizione assunta dai consiglieri di Alvignano, ed ora anche del caiatino Dario Puorto, la sopravvivenza dell’amministrazione provinciale, che già l’altra mattina ha dovuto registrare la defezione di oltre metà dei componenti il parlamentino retto dall’onorevole Sandro De Franciscis che invano, pare anche attraverso qualche autorevole politicante, si sarebbe prodigato per cercare di indurre qualche assente a
precipitarsi allorché il leader di opposizione Giorgio Magliocca, sindaco di Pignataro Maggiore, anticipava al segretario intento alla conta dei presenti l’allontanamento di tutti i consiglieri di minoranza, che di lì a qualche istante avrebbe determinato la decadenza del numero legale e per conseguenza la sospensione dell’assise. Un escamotage presumibilmente studiato dall’opposizione, ma non ponderato dalla maggioranza, in quanto, con l’apertura della seduta, era stata vanificata la possibilità di tenere il Consiglio in seconda convocazione, per cui alla maggioranza non è rimasto che prendere atto della situazione, ovvero della propria superficialità, e convocare una nuova seduta per il prossimo venerdì 17 ottobre. Data che gli scaramantici avrebbero evitato in modo categorico ma, evidentemente, il presidente De Franciscis ha dalla sua la consapevolezza dei numeri, sebbene molti ritengano che anche stavolta il sindaco di Alvignano, Angelo di Costanzo, e il suo contestato predecessore, Domenico Bove, daranno forfait, mentre il loro collega Dario Puorto di Caiazzo tornerà non farà mancare il proprio sostegno al presidente. Anche perché altrimenti potrebbe ambire al poco piacevole Guinness dei Primati per aver occupato uno scanno al Corso Trieste solo per una seduta, peraltro risicata, essendo fra l’altro in discussione l’approvazione del rendiconto 2007, che, in caso di inadempienza, prevede lo scioglimento del Consiglio, peraltro già chiesto al prefetto dalla minoranza che ritiene già scaduto il scadenza del termine, a suo dire perentorio, imposto dal legislatore per ottemperare. Solo quindi aperte le scommesse sul futuro della provincia, che, in tutti i casi, si prospetta nebuloso.